Se troviamo allettante un aumentare le nostre attività economiche [ Job matching process (1): far combinare ciò che non combina ] troveremo interessante anche rimediare a ciò che non combina tra le capacità lavorative che offriamo e le possibilità di lavoro che abbiamo intorno.
Possiamo non trovare impiego perchè manchiamo di una preparazione sufficiente. Possiamo essere esclusi perchè siamo troppo qualificati.
Per trovar lavoro, i lavoratori più qualificati dovranno allontanarsi da dove vi sia prevalenza di attività non abbastanza qualificate: emigrare.
Premesso questo, per raccontarci le cause di mismatch tra professionalità ed occupazioni possiamo scegliere molti modi. Possiamo scegliere di tenerci più o meno vicini a ciò che vogliamo giustificare e ciò che vogliamo. Possiamo cercare colpe e responsabilità e trovarne a bizzeffe. Tutto questo possiamo farlo.
Però domandiamoci almeno perchè attività poco qualificate dovrebbero essere molto redditizie?
Ci siamo a lungo ripetuti che studiare non serve, ci vuole esperienza . Ora anche l'esperienza selvatica che tanto apprezziamo pare starci dimostrando di avere dei limiti.
Quando lodiamo l' esperienza selvatica, lodiamo ciò che sappiamo fare ed abbiamo imparato imitando qualcuno che sapeva farlo. Questo funziona bene quando l'applichiamo ad incombenze che siano abbastanza esattamente ripetibili, altrimenti diventa rapidamente inefficiente. Non tutto ciò che possiamo fare insieme è standardizzabile.
Le incombenze standardizzabili sono diventate facili da automatizzare e possono spostarsi in qualsisi regione del mondo. Per altra strada possono quindi andarsenene, emigrare, anche attività poco qualificate.
Per trattenere lavoratori e lavoro, per qualificare le nostre attività è possibile che la nostra fiducia nel saper fare debba lasciar posto al saper che fare anche quando ciò che accade ci sorprende.
Quando si tratta di mantenere scorrevoli attività ricche di addentellati, articolazioni e varianti, imparar per prove ed errori può riuscirci sul lungo periodo. Sul lungo periodo, diceva un economista piuttosto apprezzato in altri tempi di crisi, siamo tutti morti.
Se interessarci alla qualificazione piuttosto che alla “Qualità” ci sconcerta proviamo ad aiutarci con qualche esempio che prenderemo a prestito da settori tradizionali.
Nell'industria manifatturiera? Ci sono attività di messa a punto di prototipi, tanto lavoro e poca produzione. Le sappiamo apprezzare o le releghiamo tra gli inevitabili fastidi?
In agricoltura? Per sostituire ad una coltivazione di cipolle un bel campo di tulipani, quanto variano gli impianti? Quanto diventa importante imparare a trovarci interlocutori affidabili per la selezione dei bulbi? Quanto imparare come fare arrivare i nostri splendidi fiori dove saranno giustamente apprezzati?
Se offriamo servizi, ripensiamo al lavoro che ci impegna, quando ci decidiamo a rispondere alle effettive richieste che ci vengono rivolte piuttosto che a semplificazioni che per comodità ce ne siamo fatte.
Standardizzare le nostre risposte ci illude di essere sbrigativi. Se per aver sempre pronta la risposta giusta ci destreggiamo a schivare le domande sbagliate, quale reputazione crediamo di poter avere?
Chi sente maggiormente il richiamo del mercato, potrà, fuor di metafora, apprezzare la differenza tra le priorità di un commerciante e quelle di un mercante. Preferiamo investire sulla fedeltà dei clienti o sull'affidabilità oltre che nostra anche dei nostri fornitori?
Spazientirci non serve e preoccuparci neppure. Per organizzare attività più qualificate non ci basta saper gestire il personale, dovremo anche imparare ad organizzare le attività facilitando e rendendo scorrevole il lavoro di operatori più qualificati.
Aspettiamoci anche che attività più qualificate possano essere più costose : spender poco non sempre significa spendere bene.
Se questo vale in generale, acquista credo un valore speciale quando ciò che spendiamo è il nostro tempo.
Gina Bondi