Il Ministero del Lavoro, con la circolare n° 34 dello scorso 23 dicembre, è intervenuto al fine di dettare le prime linee operative in merito all’attuazione D.Lgs. n. 150/2015, attraverso il quale il governo ha modificato la normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive.
La circolare contiene, tra le altre precisazioni, quella riguardante le modalità di trasmissione della dichiarazione di immediata disponibilità (DID), presupposto indispensabile a richiedere lo stato di disoccupazione,
stabilendo che – in attesa della piena operatività del portale nazionale delle politiche del lavoro – le DID continueranno ad essere sottoscritte presso il centro per l’impiego o saranno rilasciate ai sistemi informativi regionali esistenti che già prevedono tale modalità.Si tratta di uno degli aspetti della complessa ridefinizione dei sistemi informativi del lavoro disegnata dal Jobs Act, non ancora definita nei suoi aspetti operativi. La riforma prevede un totale “ribaltamento” della logica di funzionamento dei sistemi informativi del lavoro, attraverso un percorso di “centralizzazione” che dovrebbe portare alla realizzazione del sistema informativo unitario delle politiche del lavoro. Percorso tutt’altro che facile.
I sistemi informativi del lavoro hanno fatto la loro comparsa nel panorama legislativo nazionale con la Legge n. 469/1997, attraverso la quale sono state trasferite alle regioni le funzioni e i compiti in materia di mercato del lavoro. Tale assetto normativo ha avuto quale conseguenza la costruzione di un “sistema federato”, nel quale ogni regione ha realizzato un proprio Sistema Informativo del Lavoro (SIL) – nell’ambito di standard nazionali condivisi – che normalmente non dialoga con gli altri sistemi regionali. Non solo, spesso, nell’ambito della stessa regione, le province hanno adottato sistemi informativi differenti (da qui l’esigenza di una ulteriore integrazione attraverso un sistema che svolga il compito di “coordinatore regionale”).
È quindi evidente come l’intervento del Jobs Act affronti una problematica reale. Tuttavia, l’esigenza di intervenire e correggere l’attuale situazione non può comportare la dispersione dei risultati raggiunti dalle diverse regioni, i quali hanno già richiesto notevoli investimenti finanziari. Occorre invece individuare soluzioni che consentano il raggiungimento degli obiettivi descritti nel decreto attraverso percorsi di integrazione e valorizzazione delle esperienze regionali.
L’esigenza non è soltanto quella di integrare i diversi sistemi regionali, ma riguarda anche il mancato completamento del percorso che consentirebbe al SIL dialogare pienamente con i sistemi web di incontro tra domanda e offerta di lavoro pubblici. Nella situazione attuale vi è una netta separazione tra i sistemi informatici deputati alla gestione amministrativa delle attività dei servizi per l’impiego e i portali di intermediazione tra lavoratori e aziende, e lo stesso portale Cliclavoro – sebbene preveda nel suo funzionamento il conferimento allo stesso delle richieste di lavoro dei centri per l’impiego – costituisce un’entità separata, “altra” rispetto alla rete territoriale dei servizi per il lavoro pubblici.
Con riferimento a tale aspetto, il Decreto del Governo ha dato per ora soltanto indicazioni generiche, o riguardanti aspetti “formali” ma non sostanziali (come quello riguardante il DID). Nello specifico, non è ancora chiaro quale sarà la natura del portale nazionale delle politiche del lavoro indicato nel decreto e il rapporto tra questo e il sistema informativo unitario delle politiche del lavoro.
La strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa: soltanto la realizzazione di un sistema informativo del lavoro nazionale, integrato in tutte le sue componenti – dalla gestione amministrativa dei centri per l’impiego, alla gestione dell’incontro domanda/offerta di lavoro sul web, fino alla gestione del collocamento dei disabili e all’integrazione con i servizi privati – rappresenterebbe, nell’ambito della gestione tecnologica del mercato del lavoro, una svolta davvero decisiva al fine di dare al nostro mercato del lavoro un carattere di modernità e di fluidità nelle relazioni di lavoro e nella circolazione delle informazioni.
Gianluca Meloni