Il Jobs Act prende vita, sono infatti stati presentati i decreti attuativi, necessari ad applicare nella pratica le riforme del lavoro volute dal Premier Renzi
Il mondo del lavoro cambia e per i lavoratori il futuro è tutt'altro che roseo.
Il problema principale di questa riforma è l'idea stessa su cui si poggia: tutto è economicamente quantificabile. Qualunque cosa si può barattare con un assegno.
Qualunque.
Dal primo marzo verrà introdotto il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti: in pratica fra una settimana lo Stato Italiano sancirà l'esistenze di due diverse caste di lavoratori. I lavoratori ancora protetti dall'articolo 18 - che rimane in vigore per tutti coloro aventi già un contratto a tempo indeterminato- da una parte e i neo assunti dall'altra. Guerra tra poveri is coming.
La tegola più pesante per chi verrà assunto da settimana prossima è il licenziamento. Infatti sparisce quasi completamente la possibilità di reintegro sul posto di lavoro; sostituito da un indennizzo pari a due mensilità per ogni anno lavorato in quell'azienda.
Rimane il reintegro solo nei casi di discriminazione o di procedimento nullo o se non ho commesso ciò di cui sono accusato.
In tutti gli altri casi dite addio al vostro posto di lavoro.
Il problema maggiore sta proprio nei licenziamenti disciplinari ed è importante che i cittadini se ne rendano conto.
Fino ad oggi per essere licenziato erano necessarie due condizioni: la prima era aver commesso ciò di cui ero accusato, la seconda era la proporzione tra l'infrazione e la punizione.
Da settimana prossima basterà la prima condizione mentre la seconda andrà a farsi benedire.
Vi porto un esempio:
Io neoassunto timbro l'entrata in ritardo, è la prima volta che succede e ho la "fedina" lavorativa immacolata. Rischio una sanzione (il più delle volte un richiamo scritto) e a posto così. Se il mio datore di lavoro volesse licenziarmi, vincerei facilmente la causa perché qualunque giudice stabilirebbe l'evidente disparità tra l'errore e la punizione che mi è stata inflitta.
Da settimana prossima nella stessa situazione il datore di lavoro potrà licenziarmi sapendo che vincerebbe anche un eventuale causa, infatti il giudice dovrà accertare solo se io ho commesso il fatto oppure no, non se la pena è commisurata. E quindi io neo assunto posso perdere il lavoro perché sono arrivato una volta in ritardo.
Ma non è finita qui.
Sempre seguendo la filosofia del "tutto ha un prezzo" cambiano anche i demansionamenti.
In caso di riassetto aziendale il vostro datore di lavoro potrà abbassarvi il livello e quindi le mansioni che dovete svolgere, a patto di lasciarvi immutata la retribuzione.
Prima se subivate un demansionamento potevate fare causa all'azienda e , se riuscivate a dimostrarlo, ottenevate un risarcimento per aver dovuto compiere mansioni peggiori rispetto a quelle per cui eravate stati assunti.
D'ora in poi i neo assunti dovranno stare zitti e muti, svolgere mansioni diverse da quelle pattuite all'assunzione e vivere come una fortuna la conservazione intatta della busta paga.
O in alternativa dimettersi perché l'azienda è venuta meno agli accordi firmati durante l'assunzione ma tu povero neo assunto non puoi più fare niente per vedere i tuoi diritti rispettati.
Non resta che sperare nella Corte Costituzionale.
Si, perché sarò ingenuo io, ma sono fortemente convinto che questi decreti viola profondamente non solo lo spirito ma anche la sostanza dell'Articolo 3 della nostra Costituzione.
"Tutti i cittadini sono eguali di fronte alla legge"