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Il suo compleanno è il 19 novembre, ma noi cominciamo a festeggiarla adesso... perchè? Perchè Jodie Foster, al traguardo del mezzo secolo, è l'attrice 'moderna' che a nostro modestissimo parere ha meglio omaggiato il Cinema in tutti i suoi aspetti: l'abbiamo vista crescere (letteralmente) dietro la macchina da presa, l'abbiamo ammirata in ruoli sempre diversi a seconda delle stagioni della sua (e nostra) vita, l'abbiamo seguita in ogni sua trasformazione artistica. Sì, Jodie ci piace parecchio, non l'abbiamo mai nascosto... non sarà una 'moral guidance' (come ha fatto con Clint Eastwood il settimanale FilmTv), ma per noi rappresenta la bravura, la professionalità, l'incarnazione per un lavoro che fin da subito le è entrato dentro. Jodie è una perfetta 'macchina per recitare'. E noi la ricordiamo con i suoi film, che ci hanno accompagnato per mano. Crescendo insieme a lei.
IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI (The silence of the lambs, USA 1991) di Jonathan Demme
In principio doveva essere Michelle Pfeiffer, che rifiutò schifata la parte definendola 'troppo cupa'. Anche Meg Ryan, all'epoca la 'fidanzatina d'America', non se la sentì di macchiare la sua immagine. Mentre Laura Dern era effettivamente troppo giovane per il ruolo... La 'leggenda' racconta che il regista Jonathan Demme si convinse a affidare la parte a Jodie Foster solo dopo aver visto la sua immagine sul manifesto del film. Jodie voleva assolutamente essere Clarice Starling, e forse fu un segno del destino: non capita tutti i giorni di passare alla storia del cinema dopo essere stata la quarta scelta per il ruolo della vita!
La sua Clarice, infatti, è uno dei ruoli femminili più belli di sempre. E se tutti ricordano Il silenzio degli innocenti in primis per la performance 'mostruosa' (in tutti i sensi) di Anthony Hopkins, in un ruolo che gli resterà appiccicato addosso per la vita, il personaggio di Clarice è perfino commovente nel suo ritratto di giovane recluta che accetta di essere 'violentata' nella propria anima pur di salvare la vita di una vittima inerme.
Capolavoro assoluto, autentica esperienza visiva e (soprattutto) psicologica, il film di Demme è uno di quelli che ti segnano per sempre, ineguagliabile per l'incredibile forza malvagia che sprigiona e per la soggettiva che obbliga lo spettatore a mettersi sullo stesso piano dell'assassino, ad osservare senza essere visto l'ansimare al buio della propria preda. Il silenzio degli innocenti è un trattato sulla pazzia, una tesi di laurea sull'orrore e la bestialità umana, girato sotto forma di thriller psicologico che attraverso un uso smodato e ossessivo dei primi piani va ben oltre i limiti della sopportazione, stordendoci con sequenze di insostenibile tensione, corredate impeccabilmente dalla partitura musicale di Howard Shore.
Una visione cupa, apocalittica, senza appello della società moderna. Il film sembra dirci che l'orrore è prima di tutto dentro di noi, nell'intimità dei nostri pensieri, e che tutti noi in primo luogo siamo i colpevoli della malvagità del mondo che ci circonda. Una società malata a tal punto da assuefarci a tutto, anche a personaggi come Hannibal Lecter, che anzi catturano morbosamente l'attenzione del pubblico 'malato' di cronaca nera.
Ed ecco perchè, allora, sentiamo disperatamente il bisogno di persone come Clarice Starling, capaci di restituirci una speranza e un'immagine 'umana' della giustizia terrena. Sono passati oltre vent'anni dall'uscita de Il silenzio degli innocenti, ma la carica emotiva di questa pellicola è ancora straordinariamente intatta, anche dopo decine di visioni e passaggi televisivi. Negli occhi di Jodie c'è la consapevolezza che la normalità è ancora possibile. Una grande lezione di cinema e di vita.
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