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Joe Abercrombie: un autore per stomaci forti

Creato il 16 febbraio 2013 da Weirde

Come sapete ormai, mi piace sperimentare diversi generi letterari e difficilmente non provo nemmeno un libro di un autore famoso all’estero che finalmente arriva in Italia.

Perciò quando la Gargoyle editore ha annunciato che avrebbe pubblicato in Itlia un romanzo di Joe Abercrombie, mi sono detta devo leggere qualcosa di suo.

Ora, so che la Gargoyle è una casa editrice che predilige libri piuttosto forti e a volte che virano sul genere horror, non proprio il mio genere diciamo, ma se c’è paranormal o elementi fantasy sono sempre pronta.

Così ho fatto le mie debite indagini, ho visto che, per quanto descritto come un autore molto crudo, Abercrombie è comunque un autore fantasy poichè ambienta i suoi libri in mondi da lui stesso creati e fra i suoi libri ho scelto di leggere non il romanzo che è stato pubblicato in italiano, ma bensì un titolo che mi attirava di più come trama. Ora, a dire il vero le trame era tutte piuttosto simili e centrate principalmente su un unico argomento: la guerra, ma ho scelto un suo libro la cui trama mi sembrava centrata su un personaggio femminile, pensando magari che potessi meglio identificarmi. 

Il titolo da me prescelto (anche per la bella copertina, sì lo so sono tremendamente superficiale a volte) è stato dunque questo:

book cover of 
Best Served Cold 
by
Joe Abercrombie

Titolo: Best served cold (meglio servita fredda, sottointeso la vendetta)

Autore: Joe Abercrombie

Inedito in italiano

Trama: I mercenari sono una cosa fantastica: combattono come vuoi, contro chi vuoi e quando vuoi, e in cambio vogliono solo del semplice denaro. E la bella Monzcarro Mercatto, e suo fratello (e amante) Benna Mercatto, sono i più bravi, popolari e ricchi mercenari della Styria… ma essere ricchi e popolari mercenari può non essere una bella cosa. Anzi può essere molto pericoloso. E’ proprio per questo che il Grande Duca Orso di Styria, il loro mecenate, organizza il loro assassinio. Teme che con la loro popolarità, il loro esercito e la loro bravura come combattenti un giorno tentino di rubargli il trono, mentre in realtà i due sognano solo di ritirarsi a vivere finalmente in pace, da ricchi signori.

Il loro omicidio è un grave errore tattico del Duca, anche perchè Monzcarro , la più temibile e la vera combattente dei due, sopravvive all’attentato. Un segaossa la salva e sperimenta su di lei il suo nuovo metodo di sistemare le ossa…un metodo abbastanza effettivo ma talmente doloroso da far desiderare la morte. Zoppa, con una mano menomata, migliaia di cicatrici, un dolore permanente e un’assefuazione all’oppio Monzcarro è viva e desidera solo una cosa: vendetta contro coloro che l’hanno tradita, i sette uomini che hanno ucciso suo fratello. Il suo piano è semplice ucciderli uno ad uno e nel modo più doloroso possibile.

La mia opinione: Iniziamo col dire che la trama ricorda un poco Kill bill, come costruzione. Il libro si apre con lei che viene ridotta in fin di vita e si salva miracolosomente solo perchè il corpo senza vita del fratello la protegge lievemente dalla caduta nel dirupo, ma è comunque più un inseme di ossa rotte che un essere umano. Poi la vediamo soffrire le pene dell’inferno col segaossa. E poi iniziare il suo piano di vendetta e di omicidi. Similitudini sono indubbie, ma il tono del racconto è molto più cupo, manca l’ironia tarantiniana. E’ tutto dolore, sofferenza, vendetta e i personaggi sono sempre pieni di difetti. Sì, ci sono momenti dove possono dimostrare un poco di umanità, protagonista compresa, e se è ciò che è è anche colpa di tutto ciò che l’ha plasmata (abbiamo dei flashback che ci mostrano come lei e il fratello dopo morte e stenti sono diventati mercenari), quindi in un certo senso possiamo comprendere il motivo di questo circolo di violenza, il fatto è che non c’è redenzione nè fine alla violenza, e ogni personaggio è comunque colpevole di vizi e peccati, nessuno è buono e nessuno è innocente. Ciò di cui ho sentito la mancanza in quetso libro è apunto la speranza. Ora tutta questa crudezza e violenza è certamente un modo di dipingere in modo verosimile il mondo barbarico che Abercrombie dipinge, e lui  ha protagonisti guerrieri che vivono di guerra, perciò è naturale che ci sia così tanta violenza, ma per me è stata decisamente troppa.

I punti di vista cambiano durante il racconto, e uno di loro è di un uomo abituato ad usare le mani, che dal Nord del Paese scende al Sud per cercare di cambiare vita. Vuole vivere in pace e non più uccidere. Pur di seguire questo nuovo credo ha persino rinunciato a vendicare il fratello, poi però la miseria e l’incontro con la protagonista e la sua voglia di vvendetta a poco a poco lo cambiano.

E di nuovo lo scrittore ci dice non c’è redenzione. Monzcarro avrà la sua vendetta ma finirà quasi per diventare un nuovo Duca Orso, e il circolo di violenza riprenderà, senza fine apparente, anche se il libro si chiude con lei che invece di uccidere colui che l’ha tradita, lo risparmia…..eppure nemeno questo riesce a dare speranza al letttore o comunque a ripagarlo di tutte le illusioni di morale o bontà che ha perso durante la lettura.

Questo autore, Abercrombie, è molto famoso in America, e piace davvero molto. Scrive bene, in modo molto dietto e semplice senza perdersi in descrizioni, c’è solo azione e i protagonisti che vengono descritti crudamente in ogni loro disiderio meschino e difetto, o anche con i loro rari momenti di moralità o stupidità. Nessuno si salva, tutti hanno colpe sulle loro spalle spesso gravissime. Questo viene visto dai ipù come capacità di descrivere crudamente la sua realtà, ma io lo vedo come un nero pessismismo e come una visione veramente denigratoria dell’essere umano. Mi ha depresso devo ammattere. E’ stato comparato a G.R.R. Martin, ma Martin è molto più fantasy di lui, lui ha tutto un suo mondo ben costruito e la sua violenza non è cos’ gratuita, i suoi personaggi hanno più codice morale, o almeno più lati positivi che non quelli di Abercrombie, che tra l’altro non dcdescrive mai bene il mondo fantasy che ha creato, perchè nella sua narrazione non è poi così centrale. I personaggi lo sono e la violenza, che potrebbero essere collocati sulla luna così come nel nstro Afghanistan, tanto la guerra è sempre stupida senza senso o ragione e mostruosa ovunque accada.

Concludendo, la domanda fatidica è: lo consiglio?

Solo se la trama vi attira, e se amate svisceratamente i film di guerra e cruenti. Probabilmente è un genere di libro più maschile che non femminile.

 

In Italia comunque di questo autore è disponibile un altro libro, questo:

The heroes

Titolo: The heroes

Autore: Joe Abercrombie

Edito in Italia ad Gargoyle editore

Trama: Bremer dan Gorst, maestro di spade caduto in disgrazia, ha giurato di reclamare sul campo di battaglia l’onore perduto. È ossessionato dalla redenzione e assetato di violenza, dunque non gli importa molto di quanto sangue scorrerà, anche se si trattasse del proprio. Il Principe Calder non ha alcun interesse per l’onore e di certo non ha intenzione di finire ammazzato. Tutto quello che vuole è il potere, e si servirà di qualsiasi bugia ed espediente, tradirà tutti gli amici per raggiungerlo. Almeno sino a quando non sarà lui a dover combattere. Curden lo Strozzato, l’ultimo uomo onesto rimasto al Nord, ha dedicato la sua vita all’arte della guerra, ricavandone solo ginocchia gonfie e nervi logori. Non gli importa nemmeno più chi sia a vincere, vuole soltanto fare la cosa giusta. Ma è possibile individuarla nel mondo che gli sta crollando intorno? Il destino del Nord sarà deciso da tre sanguinosi giorni di battaglia. Ma con entrambi gli schieramenti corrotti da intrighi, debolezze, ostilità e meschine gelosie, è improbabile che siano i cuori più nobili o anche le armi più potenti a prevalere.


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