Il motivo per cui vedete Joey DeFrancesco così in carne è perché è chiaro che quello di cui si nutre non si può smaltire. E così, mentre le coppie chic sedute ai tavoli vengono deliziate dalla cucina del Blue Note di Milano, le dita dell’organista si nutrono di vibrazioni di un jazz internazionale e arcaico servito con batteria e chitarra.
In poco più di un’ora il DeFrancesco Trio suona sette pezzi delineati dal delicato soufflé della chitarra, dal gusto deciso della batteria e dalle note dell’organo come scaglie di cioccolato ora fondente ora al latte. Il Trio passa dal jazz al funky con destrezza (resta indietro forse il chitarrista Jeff Parker) mentre DeFrancesco lascia l’organo per la tromba o per cantare. Ma solo il primo rimane il Suo strumento, nei bassi si sente tutta la sua fisicità e nelle dita l’eredità dell’Incredible Jimmy Smith. Joey DeFrancesco organoJeff Parker chitarraGeorge Fulda batteria