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Jôf Fuart al tramonto – By Marco Angeli

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Jôf Fuart al tramonto - By Marco Angeli

 

Lo Jôf Fuârt (Viš in lingua slovena, Wischberg in lingua tedesca) è una montagna delle Alpi Giulie alta 2.666 m s.l.m. Si eleva tra la forcella Mosè e l’Alta Madre dei camosci, ed è considerata una delle cime più belle e imponenti delle Alpi Giulie.

La via normale alla cima del monte sale dal versante sud (comune di Chiusaforte). Come le cime vicine (Monte Canin, Jôf di Montasio) fu luogo di aspri combattimenti nel corso della prima guerra mondiale. Dalla cima si gode un panorama specialmente sui gruppi del Montasio, Canin, Tricorno e Mangart. A Nord si vedono le verdi vallate della Carinzia, di Tarvisio, di Villaco, i laghi di Wörth e di Ossiach.

È la vetta principale di un gruppo di cime che si allunga da ovest ad est, proseguimento senza soluzione di continuità del gruppo del Montasio, da cui è separato dalla forcella Lavinal dell’Orso.

  • Come raggiungerlo

Via normale
Dal rifugio Corsi risale i ripidi prati del versante sud-est in direzione della vetta. Entra quindi in roccia, passa sotto un arco (corde fisse, attenzione!) e per detriti raggiunge la cima. Ore 2.30.
Gola di nord-est
Dal rifugio Pellarini sale verso sella Nabois, gira a sinistra per traversare il nevaio compreso tra lo spigolo nord-est dello Jôf Fuârt e lo sperone roccioso conosciuto come “piccolo Jôf”, percorrendo quindi la gola che si trova dietro quest’ultimo per canalini e placche spesso bagnate. Alcuni passaggi attrezzati fino al III grado. Pericolo di caduta sassi. Ore 4. Fu percorsa per la prima volta da Julius Kugy, Graziadio Bolaffio e le guide Joze Komac e Anton Oitzinger il 22 settembre 1901 ed attrezzata dagli austriaci nel corso della prima guerra mondiale
Sentiero attrezzato Anita Goitan
Completato nel 1973 in memoria di un’alpinista e sciatrice triestina, percorre il semicerchio di cime tra la forcella di Riofreddo e la forcella Lavinal dell’Orso, per uno sviluppo di circa 4,5 km. Coincide in parte col tragitto intuito da Kugy e da egli battezzato “Cengia degli Dei” che, sfruttando le cenge caratteristiche del gruppo, percorre l’intero gruppo in quota in senso antiorario con difficoltà alpinistiche.

Il primo a completarlo fu Emilio Comici, con Mario Cesca, il 31 agosto 1930. Fu percorso in invernale da Nives Meroi, Romano Benet e Luca Vuerich dal 28 al 30 gennaio 2001.

 

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