È tutto pronto nell’aeroporto militare di Waterkloof dove nel fine settimana atterreranno i voli di oltre 50 tra capi di stato e di governo per partecipare domenica al 25° vertice dell’Unione Africana a Johannesburg.
Il summit – presieduto dal presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe – si preannuncia tra i più impegnativi degli ultimi anni. Le numerose crisi politiche, Sud Sudan e Burundi sono per citarne alcune, non dovranno oscurare le sfide che attendono il continente. A ribadirlo è stata ieri la presidente della Commissione UA, Nkosazana Dlamini-Zuma, rivolgendo un appello ad accelerare quelle trasformazioni necessarie a garantire un rafforzamento del ruolo delle donne nelle società e nell’econonomia africana. Un obiettivo strategico dell’Agenda per il 2063 che è alla base del summit.
“Le donne in Somalia , Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan, Darfur, nord del Mali e Nigeria settentrionale sognano la pace, per se stesse e le loro famiglie e le comunità – ha detto ieri, in occasione dell’apertura dei lavori del Consiglio esecutivo dell’UA, che precede di qualche il giorno il vertice – vogliono vivere una vita normale, arare i loro campi e ed educare i propri figli”.
Dlamini-Zuma ha anche parlato della necessità di “consegnare la vanga al museo e aiutare le donne ad accedere alle moderne tecnologie e ai sistemi di credito al fine di potenziare l’agricoltura e le industrie agroalimentari” .
Per monitorare i progressi nello sviluppo delle donne, condividere le pratiche migliori e tenere reciprocamente responsabili , Dlamini -Zuma ha anche annunciato il lancio di “contatore di genere” nel corso del vertice.
Il tema ‘Women’s Empowerment and Development Towards Africa’s Agenda 2063’ in agenda per il vertice di gennaio ad Addis Abeba, ha ceduto il passo alle emergenze allora all’ordine del giorno:
il rafforzamento di Boko Haram e l’epidemia di Ebola in Africa occidentale. Questa volta, ha promesso Geraldine Fraser-Moleketi inviato speciale per le questioni di genere della Banca di Sviluppo africana, non sarà così.
“I tempi sono maturi. Il settore pubblico e quello privato sono costretti a riconoscere il ruolo delle donne , in particolare nel mercato perché le donne non costituiscono solo il più grande blocco di consumatori, ma figurano anche come importanti produttori soprattutto nel settore agricolo” ha spiegato, aggiungendo che “dal punto di vista della sicurezza alimentare le donne garantiscono, da sole, il 70% del cibo sulle tavole di tutta l’Africa”.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)