Di questi tempi, Scribacchina è d’un tempismo ammirevole.
Dopo avervi dato folgorante notizia del trittico di concerti del James Taylor Quartet al Blue Note, quest’oggi vi avviserà prontamente del concerto che il bravo John De Leo tenne jer sera (sabato 3 marzo) a Seregno, Arci Tambourine.
Gran tempismo, già già.
Sarà l’età, soliti lettori, che vi debbo dire?
A onor del vero, candidamente vi confesso che non sarei comunque andata a sentire il De Leo.
Primo, perché se fossi stata libera avrei certamente dato forfait in favore del James e dell’ultima sua serata milanese.
Secondo, perché dall’ultima volta che lo sentii live a Bassano, il De Leo d’album nuovi non ne ha ancora prodotti – a onor del vero, stando alle voci di corridojo, pare che il nuovo ciddì sia in dirittura d’arrivo (date però retta a me: passerà almeno un annetto prima d’aver il di lui parto artistico tra le mani, fidatevi).
Terzo, perché mi gioco la mano destra che l’Inarrivabile voce non avrebbe (come non ha, ne son certa) eseguito il brano del suo personalissimo songbook che in questo momento più mi sta a cuore: Birdland.
So perfettamente che il giovine è in grado d’eseguirla, e pure in maniera notevole.
Dal minuto 1.35 in avanti, tutta per voi: