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JOHN DUNCAN / JIM O’ROURKE, Yeah

Creato il 13 ottobre 2014 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Yeah-cover

Mettiamola così: due giganti dell’improvvisazione/sperimentazione s’incontrano e si permettono il lusso di martoriarci le orecchie con questi due monoliti, racchiusi in un bel vinile stampato dalla svedese iDEAL Recordings (di Joachim Nordwall).

Non sembri esagerato considerarli tali, d’altronde, se conoscete i loro percorsi, saprete di certo che uno come l’americano trapiantato a Bologna proviene da una lunga e prolifica carriera solista e da collaborazioni con, tra gli altri, Masami Akita e membri di LAFMS; O’Rourke, poi, ha talmente tanto frequentato/condizionato l’underground statunitense da permettersi il lusso di abbandonarlo per andare a vivere nel Sol Levante (Yeah è masterizzato proprio nella terra di Keiji Haino e Boredoms). Va da sé che non bastano quattro parole in croce per descrivere la portata storica di questi signori, ne approfittiamo quindi solo per sottolineare la bontà di una collaborazione nella quale si prova a reinterpretare, e forse pure ad aggiornare un po’ in sordina, alcuni dei canoni della musica heavy & free-form (mi rendo conto che tali definizioni sono limitanti) che stiamo ascoltando in questi ultimi anni. Trattasi di un paio di “suite”, una per lato, dove bassi cavernosi e chitarre tanto processate da risultare aliene si rincorrono producendo atmosfere sinistre e buie (la prima traccia omonima, che proviene da sessioni del 1993, è come soffocata in una metaforica melma elettronica, ma all’improvviso si anima come impossessata da violenti clangori metallici), mentre l’estenuante “Stay Alive” (registrata live con l’apporto di Oren Ambarchi e Joe Talia) ha pure quel cantato minaccioso di Duncan in modalità dapprima sussurrata, poi più nevrastenica (ve li ricordate i Burning Witch? Più o meno arriviamo da quelle parti), che scorre inesorabile. “Tutto qui?”, direte voi. Certo, forse non c’è nulla di nuovo, va detto, però fatto da loro e, credetemi, in quella maniera nerissima e convinta, non lo sentivo da tempo (la cura del suono in sé mi pare eccellente). A conti fatti è ovvio che ci si deve avvicinare con circospezione e rispetto a materiali del genere, sennò potete lasciar perdere, visto che non è per niente un disco di facile ascolto.

Tracklist

Side A

01. Yeah

Side B

01. Stay Alive

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