Questa volta voglio rischiare grosso, metterò a repentaglio la mia, già peraltro precaria, reputazione.
Chiedo alle signore che seguono questo blog di tapparsi le orecchie, anzi gli occhi, ok tappatevi entrambe le cose, che forse è meglio.
Si perchè questo post parlerà di donne, perciò preparatevi ad affilare i coltelli, caricare i bazooka e a sfoderare lo sguardo di sfida che solo voi avete. E vi vedo già pronte, mani sui fianchi con quell’espressione che dice “avanti, cialtrone che non sei altro, fatti sotto”.
Ok, inizio e vediamo che succede.
Mi sono manifestato a metà degli anni settanta, sicuramente mi sono perso un sacco di cose, una su tutte, le canzoni dei Beatles e quelle dei Rolling Stones e le rispettive schiere di fans che si sfidavano a colpi di “yellow submarine” e “Angie”, ma che diamine, nel bagaglio della mia piccola cultura musicale sono presenti pezzi di entrambe le fazioni. Certo, dovendo scegliere, mi sarei schierato dalla parte del buon vecchio Mick Jagger. Comunque, per non sapere nè leggere nè scrivere, dico solo…. Pink Floyd.
È però un dato di fatto innegabile che John Lennon possedesse una capacità unica: riusciva a raccontare un mondo in tre minuti.
Forse era costantemente in uno stato di beatitudine dantesca, aveva il dono della poesia o più semplicemente conosceva un ottimo pusher. La storia poi ha fatto di lui una leggenda. Di Jonny intendo, del pusher si sono perse le tracce. Purtroppo.
Fatto sta che in “Women” c’era tutto l’amore per Yoko e tutto l’amore per le altre che non si chiamavano Yoko.
Era il 1981 e a risentirla adesso, risuona effettivamente un pò fuori moda, ma oh, ragazzi, ce ne fossero di canzoni così.
Pochi anni dopo un ragazzo sbarbato, pulito e (forse) profumato sarebbe salito sul palco di Sanremo a cantare “Donne”, classificandosi ultimo, o poco più.
In seguito il pezzo di Zucchero ottenne il successo che meritava. In compenso lui dichiarò guerra ai parrucchieri e al sapone.
Chissà se oggi le radio continuano a trasmettere questi due pezzi, forse solo Radio Nostalgia Canaglia con Maurizio Seymandi alla consolle. Ed è un peccato perchè in quei tre minuti di facile ritornello c’era però un bellissimo tratteggio di quello che era, e che è, l’universo femminile. Un mondo difficile da incasellare, che affascina e fa tenerezza, che vuole essere coccolato ma non consolato, che da un lato aspira al potere, dall’altro sogna la galanteria.
Per questo è così difficile parlare delle donne: sono un argomento complesso. Perché non basta conoscerle come un antropologo, bisogna amarle a prescindere. Altrimenti non ne veniamo a capo. E comunque non ne verremo a capo.
Ok, l’idea è questa: improvvisiamoci dei novelli Mogol (o chi volete voi) e proviamo ad aiutare il buon Sugar, a scrivere nuove strofe per il suo pezzo. Sorvolo sulla canzone di John perchè l’inglese riesco a malapena a fischiarlo (nonostante un diploma di liceo linguistico in tasca)
Insomma questi sono i miei tipi di donna, non ho detto le mie preferite, diciamo che sono quelle che colpiscono di più la mia attenzione. Perciò Adelmo, tosati, fatti un bagno e prendi carta e penna.
- donne perennemente a dieta
- donne in palestra a spiarsi le tette
- donne in carriera che vanno al lavoro in corriera
- donne che abbinano l’orologio a biologico
- donne che se potessero si tirerebbero i capelli
- donne che stirano ascoltando De Gregori
- donne che si ritrovano nelle canzoni di De Andrè
- donne che quanto cazzo ci mette a comprarsi un paio di scarpe?
- donne che arrivano e ti cambiano la vita
- donne che si mordono il labbro aspettando una risposta
- donne che vogliono più fare figli che allevarli
- donne che camminano sul bagnasciuga con i pantaloni arrotolati
- donne in bicicletta che sorridono
- donne in primavera con un abito a fiori
- donne nel vento come la sposa di Kokoschka
- donne che scrivono parole sui vetri
- donne felici di guardarsi allo specchio
- donne che sognano ai matrimoni delle amiche
- donne che ripassano il trucco ai semafori
- donne che sanno chi è Rocco Dicillo (non lo cercate su wiki sennò vi ritiro il compito)
- donne coi Ray ban aviator che guidano la Smart
- donne che odiano la mimosa perchè puzza
- donne che al primo schiaffo preso non restano a prenderne altri ma se ne vanno sbattendo la porta
Si, lo so, la metrica lascia a desiderare e le liste nei blog iniziano ad essere inflazionate, ma dopo la storia della mela c’ho preso gusto.
Comunque, oh, questo è un cantiere aperto, se volete contribuire siete i benvenuti (uomini e donne intendo), però fate attenzione….le liste creano dipendenza.