Negli ultimi anni il mondo dell’editoria ha subito notevoli trasformazioni dovute all’avvento dell’era digitale. Per i più catastrofici, questo veloce progresso porterà all’estinzione del libro, alla sua morte. I più entusiasti, invece, intravedono le grandi potenzialità delle nuove tecnologie. L’ebook, infatti, può risultare più pratico ed economico per gli appassionati di lettura, ma non solo. La nuova frontiera della letteratura è in grado di dare la possibilità a tutti gli scrittori di vedere pubblicati i propri lavori. È questo il caso di John Locke, ultima stella dell’universo editoriale in Rete.
Il sessantenne americano, infatti, è appena entrato a far parte del Kindle Million Club, meta ambita di tutti gli autori. Unico requisito necessario per farne parte è quello di aver venduto un milione di copie dei propri ebook. Ora il suo nome compare nel ristretto olimpo degli Dei di Amazon, composto da solo otto persone: un esempio fra tutti è Stieg Larsson, celeberrimo autore della trilogia intitolata Millennium. Locke ha raggiunto questo record in pochi mesi, piazzando le sue opere sulla libreria virtuale. La particolarità del caso risiede, soprattutto, nel fatto che l’emergente John sia riuscito in questa impresa da solo, senza passare per un editore. Attraverso il Kindle Direct Publishing, egli ha dato alle stampe digitali i suoi libri elettronici. Questo servizio permette di auto-pubblicare i propri testi e di deciderne il costo per poi dividere gli introiti con la stessa Amazon. In tal modo, l’ex agente assicurativo John Locke si è trasformato in John Locke lo scrittore di bestseller. I suoi romanzi sono andati a ruba anche grazie al prezzo di vendita conveniente, fissato a 99 centesimi di dollaro. Hanno avuto talmente successo che, uno di loro, Saving Rachel, è stato addirittura inserito nella classifica dei libri più venduti del New York Times. Le sue prime opere sono crime novels che hanno come protagonista Donovan Creed, ex agente della Cia, personaggio dal losco passato: Lethal People, Lethal Experiment, Saving Rachel, Now and then, Wish List, A girl like you, Vegas moon; mentre gli ultimi lavori sono romanzi d’amore e un manuale di marketing, diciamo così, dal titolo How I sold 1 million ebooks in 5 months. In questa sua ultima creatura letteraria, Locke spiega al lettore come sia riuscito a guadagnare 350.000 dollari in pochi mesi seguendo la sua passione per la scrittura, presentando sé stesso come un case study, raccontando la propria esperienza affinché gli aspiranti “scrittori digitali” possano trovare trucchi e consigli (primo tra tutti, sembra, la necessità di impegnarsi personalmente in una mirata campagna promozionale a target).
Un’esperienza simile era capitata, prima di lui, ad Amanda Hocking, scrittrice indipendente che ha deciso di auto-pubblicare il proprio libro vendendone 280.000 copie in un mese. Un fenomeno, questo, in rapida diffusione in tutto il mondo che, però, in Italia stenta a decollare, nonostante la presenza di case editrici online che permettono il self-publishing. Sulla scia di questi esempi positivi, dunque, non ci resta altro che aspettarne di altri, augurando ai giovani talenti italiani di lanciarsi in tale avventura e raggiungere gli stessi risultati dei predecessori d’oltreoceano. Nel Belpaese, probabilmente, la lentezza nella diffusione degli ebook è dovuta a un vizio di forma: è fondamentale che si impari a intravedere nel digitale non un’alternativa, o peggio un avversario della carta, bensì un’espansione del mercato editoriale, e quindi la possibilità di raggiungere più e diversi lettori.
Chissà chi sarà il primo italiano ad essere baciato dalla stessa dea della fortuna che ha posato le labbra su John Locke? Una grande fortuna… Non contento di risiedere nell’olimpo del Kindle Million Club, né di essere il primo autore auto-prodotto ad avere ottenuto il trono, l’uomo da un milione di ebook in cinque mesi ha recentemente firmato un contratto di stampa e distribuzione con una della più grandi e prestigiose case editrici statunitensi. La firma ha riacceso un dibattito tanto reiterato quanto attuale: gli ebook sono fuochi di paglia, solo una tappa da cui passare per giungere al vero riconoscimento, ovvero stampa tradizionale e carta? In realtà, va chiarito, John Locke non ha abbandonato il self-publishing: in effetti il contratto firmato con la Simon & Schuster (New York) non è un accordo di pubblicazione, ma semplicemente di distribuzione e riguarda esclusivamente il formato cartaceo. Questa scelta, a ben vedere, è indice di un grosso cambiamento che sta prendendo piede nell’editoria. La carta di certo non scomparirà, su questo sono tutti più o meno d’accordo, ma sembra stia diventando sempre più un “altro mezzo”, accanto a quello digitale, una delle opzioni possibili. Così John Locke, pur tenendosi stretti i suoi diritti d’autore (perché rinunciare alle alte royalty dell’auto-pubblicazione?), ha avuto la furbizia editoriale di appoggiarsi ad un colosso del mercato per ampliare la fruibilità dei suoi libri ora acquistabili nella doppia digitale e cartacea.
È una novità non trascurabile che un gigante come la casa editrice newyorkese scenda a compromessi, accettando un contratto che limita alla distribuzione, praticamente venendo assunta da un autore (oltretutto esordiente) per uno specifico servizio. Grazie a John Locke il self-publishing si è portato a casa un bel goal. Negli Stati Uniti il passaparola si sta diffondendo a macchia d’olio: il contratto Locke-Simon & Schuster sarà prototipo di numerosi futuri accordi editoriali. Fino a ieri i colossi facevano la voce grossa pretendo, per un contratto di pubblicazione tradizionale, anche una fetta dei diritti sulle vendite elettroniche; da oggi dovranno fare un passo indietro. Lo scrittore diventato famoso con le avventure di Donovan Creed è riuscito a strappare delle condizioni certamente convenienti ma che, soprattutto, apriranno la strada a un nuovo modo di relazionarsi tra editori e scrittori. L’accordo non è ancora di pubblico dominio, ma è trapelato questo: Locke sarà contemporaneamente autore ed editore di sé stesso, sobbarcandosi dunque spese di deposito, stoccaggio e giacenze ma mantenendo, in compenso, i diritti d’autore al 70-80% e ogni potere decisionale sia su pixel che inchiostro. Da parte sua, Simon & Schuster offre un servizio di stampa e distribuzione capillare ma anche di logistica, includendo il ritiro della merce (i libri stampati) e la conservazione della stessa negli spazi adibiti (i magazzini). Va precisato tuttavia che, malgrado il 70-80% sopracitato, il guadagno effettivo dello scrittore, dato il duplice ruolo di autore-editore, dipende da altre variabili: il costo di stampa accordato, il prezzo di copertina (stabilito da egli stesso) e, naturalmente, il numero delle vendite.
Insomma, è un ibrido editoriale quello plasmato da Locke: la pubblicazione tradizionale al servizio dell’auto-pubblicazione; un preannuncio di un futuro nel quale le major lavoreranno al servizio del self-publishing, o quanto meno fianco a fianco? Certo è che questo caso non è del tutto isolato, negli Stati Uniti altre spie segnalatrici rivelano i mutamenti in corso.
J.K. Rowling, alias l’autrice del più celebre maghetto degli ultimi decenni, Harry Potter, nel 2011 ha dato vita al progetto Pottermore. Il sito ufficiale (http://www.pottermore.com/) lo descrive come «un’esperienza unica di lettura online, costruita attorno ai libri di Harry Potter». Quest’«esperienza» assolutamente originale e innovativa oltre a una diretta distribuzione in formato elettronico, contempla anche la partecipazione dei lettori alla versione digitale delle storie della Scuola di Magia e Stregoneria Howgarts. Con un gesto, praticamente, la Rowling coinvolge gli utenti ed esclude il suo editore dai profitti provenienti dagli ebook tenendo fuori, contemporaneamente, addirittura buona parte dei canali di retailing online. Certo, la scrittrice britannica può permettersi un progetto interattivo tanto ambizioso facendo leva sul successo cartaceo (e cinematografico) delle sue storie, è probabile che questo esempio non sarà facilmente emulabile: ciò non toglie che sia un ulteriore tassello del puzzle che rappresenta le nuove forme della macchina editoriale all’interno della quale la dialettica autore-editore-eventuale agente si sta gradualmente trasformando.
Questo è quanto: l’editore, oggigiorno, non è più figura unica e obbligatoria attraverso la quale un autore deve passare per accedere al mercato del libro.
Non è finita, esiste un ultimo fondamentale aspetto da considerare in questa ridefinizione dei ruoli. John Locke, sessantenne agente assicurativo, è avvezzo a numeri, pratiche commerciali e, in un certo qual modo, al business in generale. Ma cosa dire di una Amanda Hocking, giovane scrittrice del Minnesota? Ovvero, quanti autori sono in grado, o semplicemente interessati, a gestire l’aspetto economico e logistico che gravita attorno ai loro libri, alle storie che scrivono, ai personaggi di cui si nutrono? Se l’impressione è che le case editrici dovranno fare un passo indietro per condividere gli spazi con l’editoria elettronica ed auto-prodotta, da parte l’ora gli autori dovranno prepararsi a intraprendere nuovi sentieri ed acquisire competenze extra-letterarie?
ARTICOLO TRATTO DAL NUMERO ZERO DI “EBOOKMANIA – LA TENTAZIONE DI LEGGERE” CLICCA QUI SE VUOI SCARICARE GRATIS LA RIVISTA