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John Woo

Creato il 11 settembre 2011 da Alejo90
Farewell My Buddy [aka: Ninja Kids] (Guoke yu shuang yan) (1974) - Rieditato come The Young Dragons (铁汉柔情, Tie han rou qing) (1975)
The Dragon Tamers (女子跆拳道群英会, Nu zi tai quan qun ying hui) (1975)
Princess Chang Ping (帝女花, Dinü hua) (1975)
Hand of Death alias Countdown in Kung Fu (少林门, Shaolin Men) (1976)
Money Crazy (发钱寒, Fa qian han) (1977)
The Brave Lion (1977)
Follow the Star (大煞星与小妹头, Da sha xing yu xiao mei tou) (1978)
Hello, Late Homecomers (哈罗,夜归人, Ha luo, ye gui ren) (1978)
Last Hurrah for Chivalry (豪侠, Hao xia) (1979)
From Riches to Rags (钱作怪, Qian zuo guai) (1980)
To Hell with the Devil (摩登天师, Mo deng tian shi) (1981)
Laughing Times (滑稽时代, Hua ji shi dai) (1981)
Lam Au Chun No. 3 (八彩林亚珍, Ba cai Lin Ya Zhen) (1982)
The Time You Need a Friend (笑匠, Xiao jiang) (HK/Taiwan1984)
Run Tiger Run (两只老虎, Liang zhi lao hu) (Taiwan/HK/USA 1985)
Heroes Shed No Tears (英雄无泪, Ying xiong wei lei) 1986)
A Better Tomorrow (英雄本色, Ying huang boon sik) (1986) - 2,5/5
A Better Tomorrow II (英雄本色 II, Ying huang boon sik II) (1987)
The Killer (喋血双雄, Die xue shuang xiong) (1989) - 3/5
Tragic Heroes (义胆群英, Yi dan qun ying) (1989)
Bullet in the Head (喋血街头, Die xue jie tou) (1990) - 4/5
Once a Thief (纵横四海, Zong heng si hai) (1991)
Hard Boiled (辣手神探, Lashou shentan) (1992) - 2,5/5
Senza tregua (Hard Target) (1993)
Nome in codice: Broken Arrow (Broken Arrow) (1996) - 2/5
Face/Off - Due facce di un assassino (Face/Off) (1997)
Mission: Impossible II (2000)
Windtalkers (2002)
Paycheck (2003)
La battaglia dei tre regni (Chi bi) (Cina 2008 - 2009) - 3/5
La congiura della pietra nera (2010) - 3/5
Woo (1946) cinese di Hong Kong, è un maestro dei film d'azione violenta, avendo influenzato generazioni di registi a Hollywood e non solo e lanciato a livello internazionale Yun-fat Chow.
-A Better Tomorrow
(Yinghung bunsik) di John Woo - HK 1986 - azione - 90min.
Film che ha sdoganato Woo all'estero, oltre che successo improvviso in patria ("Miglior Film" Hong Kong Film Award), segna l'ingresso del regista al cinema d'azione violento di stampo gangsteristico dopo numerosi wuxiapian, consacra Yun Fat Chow (e le sue due pistole, clichè riutilizzato innumerevoli volte) a star e getta le basi per futuri successi quali The Killer e Bullet in the Head.
Ho (Lung Ti) e Mark (Yun Fat Chow) sono due criminali della mafia di HK, stampatori di banconote false e killers professionisti. Sono assassini freddi e lucidi ma dall'incrollabile codice d'onore: lealtà, amicizia, fedeltà...Ho ha un fratello che sta per entrare in polizia, Kit (Leslie Cheung), ignaro delle losche attività di Ho. Il padre dei due è ucciso per un regolamento di conti, e le cose iniziano a precipitare: il rapporto fra i fratelli si incrina, Mark viene ferito e la sua attività compromessa, Ho medita di cambiare vita ma scoprirà come uscire dal giro possa essere difficile se non impossibile.
E' un film sia molto imitato sia molto debitore del cinema americano dei due decenni precedenti. il dinamismo del montaggio ed il ritmo concitato diverranno marchi di fabbrica della produzione di Woo. Film d'intrattenimento violento, è incentrato sull'amicizia virile. C'è più mestiere che personalità, ma si intravedono guizzi di sana inventiva che faranno la fortuna delle pellicole successive.
Ha dato origine ad una trilogia.
Voto: 2,5/5
-The Killer
(Die Xue Shuang Xiong) di John Woo - HK 1989 - azione - 110min.
Prodotto da Hark Tsui, come il precedente A Better Tomorrow, è uno dei più famosi film del periodo HK-ese  di Woo.
Un Killer (Yun Fat Chow) acceca involontariamente la cantante di un night club (Sally Yen) durante una sparatoria. Impietosito, si prende cura di lei senza rivelarle la sua identità. Intanto però un determinato poliziotto (Danny Lee) gli dà la caccia. I due finiranno prima per fronteggiarsi, poi per collaborare contro un potente boss della mafia di HK.
Woo affina il suo stile facendo della coreografia della violenza la sua cifra stilistica, ed insistendo sui temi dell'onore, del riscatto, della redenzione, dell'amicizia virile, il tutto con un montaggio frenetico e lunghe sparatorie all'insegna delle più spericolate acrobazie attoriali a di ripresa. La lunga sparatoria finale nella chiesa è da antologia del cinema d'azione. Bravi tutti gli interpreti. imperdibile per tutti i fan del genere.
Voto: 3/5
-Bullet in the Head
(Die xue jie tou) di John Woo - HK 1990 - azione/guerra - 130min.
HK 1967: tre giovani ragazzotti vivono alla giornata, commettono qualche balordaggine, si scontrano con teppisti locali, hanno una gran voglia di futuro e di opportunità in un contesto che non offre vie d'uscita. Si chiamano Ben (Tony Leung), Frank (Jacky Cheung) e Paul (Waise Lee). A seguito di una collutazione violenta con una banda rivale il cui capo rimane ucciso, i tre chiedono aiuto allo zio di uno di loro, che fa il trafficante di medicinali ed altre cose in Vietnam. Accettando di fare da corrieri della droga, fiduciosi in un rapido guadagno, i tre amici partono per Saigon, dove si ritrovano in un inferno in terra fatto di continue sparatorie, attentati e fucilazioni sommarie: una terra di nessuno dove chi non ha una pistola non sopravvive. Ne passano di tutti i colori, ma riescono anche a fuggire da un campo di prigionia dei Vietcong. Uno impazzisce a seguito di un colpo alla testa, uno diventa un uomo d'affari senza scrupoli, preso dalla febbre dell'oro, abbandonando i due amici, il terzo vuol vendicare il primo e punire il secondo.
Forse il miglior film d'azione mai realizzato, è il capolavoro di John Woo, la summa del suo cinema violento di uomini duri e di valori guerrieri, realizzato con un grande dispiegamento di mezzi e all'insegna di una spettacolarità mai raggiunta prima. Grandi scene di massa, molte vette drammatiche tra cui il campo di prigionia e la follia del ragazzo colpito dal proiettile in testa (un ottimo Jacky Cheung, sopra le righe come in As Tears Go By). Onore e amicizia sono i temi principali, seguiti da giustizia, vendetta e antimilitarismo. Il finale pessimista è sconsolante: la passione giovanile che infervora gli animi dei tre protagonisti è spazzata via dalla negatività intrinseca degli esseri umani. Ottima colonna sonora. Prestiti evidenti da "Scarface" sono l'eccezione allo stile personale di Woo. Imperdibile.
Voto: 4/5
-Hard Boiled
(Lashou shentan) di John Woo - HK 1992 - azione/poliziesco - 122min.
Ad HK due famiglie criminali si contendono il mercato del traffico d'armi. Sul caso indagano l'indisciplinato ispettore Yuen (Yun Fat Chow) ed un poliziotto infiltrato (Tony Leung). i due prima si scontrano, poi collaborano.
Ultimo film di Woo girato ad HK, prima del suo trasferimento negli States, dove dirigerà pellicole in generale meno personali ed innovative, non è fra i suoi migliori risultati: malgrado il frequente ricorso a dosi di umorismo autoironico, il film non ha una materia narrativa tale da giustificarne la durata, perciò Woo sceglie di dilatare enormemente i tempi con un'ora di assedio finale ad un ospedale-armeria dove i nostri ammazzano un sacco di cattivi. La maestria tecnica di Woo ed il suo senso dello spettacolo sono fuori discussione, ma è una pellicola di poco conto rispetto alle precedenti. Leung e Chow nello stesso film valgono sicuramente il prezzo del biglietto, ma l'operazione sembra condotta unicamente per sfruttare il loro divismo. Solo per fan del genere.
Voto: 2,5/5
-Nome in codice: Broken Arrow
USA 1996 - azione - 108min.
Due piloti di caccia sono molto amici, ma uno dei due in realtà è un mercenario al soldo di soldi loschi terroristi. Mentre i due stanno sorvolando assieme il deserto del Nevada per testare un nuovo aereo stealth carico di due missili nucleari, il cattivo dei due (John Travolta) eietta l'altro (Christian Slater) e si appropria dei missili. Così il buono dovrà fermare il cattivo con l'aiuto di una prorompente guardia forestale.
Baracconata action che rasenta l'idiozia più totale, regge solo per il fatto che i primi a non prendersi sul serio sono le persone che lo hanno realizzato: gli attori gigioneggiano come non mai, soprattutto John Travolta. La regia stessa si concentra nel fornire inquadrature stupefacenti e ad organizzare scene d'azione improbabili ed iper-pompate che però non mantengono mai una totale serietà, ma anzi hanno quello spirito scanzonato che contraddistingue quelle di Indiana Jones. Dialoghi deliranti ed un finale maestosamente ridicolo completano l'opera. Non ci sono motivi per vederlo, ma se vi capita sarà impossibile non farsi scappare qualche risata. Inoltre il montaggio è valido e la sequenza d'apertura rimanda, per un attimo, ai fasti del John Woo di Hong Kong.
Voto: 2/5
-La battaglia dei tre regni
Cina 2008-2009 - guerra/avventura/azione/storico - 280min. (versione integrale)
Cina, 208. L'imperatore Xian della dinastia Han (181-234) si convince, su pressione del cancelliere Cao Cao (Zhang Fengyi), che due regnanti locali, Liu Bei (You Yong), a capo del clan degli Shu, e Sun Quan (Chang Chen), a capo del clan dei Wu, intendono ribellarsi e conquistare il potere. A Cao Cao vengono quindi dati pieni poteri per reprimere i ribelli. In realtà si tratta di un piano del cancelliere ordito per sterminare gli oppositori ed usurpare il trono. Invasi, gli Shu inviano il consigliere Zhuge Liang (Takeshi Kaneshiro) da Sun Quan per convincerlo a stringere un'alleanza militare contro Cao Cao. Sun Quan però è un sovrano debole e indeciso sul da farsi, che ha timore per la sorte del proprio popolo. Così Zhuge Liang si rivolge al viceré dei Wu, Zhou Yu (Tony Leung), maestro tanto dell'arte della guerra quanto di quella della musica, che intuisce la gravità della situazione e si adopera per convincere il suo signore.
La battaglia decisiva si svolgerà a Chi Bi, presso il fiume Yangtze (la locazione non è certa ancora oggi, sebbene sia ragionevolmente collocabile nella provincia di Hubei).
Il ritorno in patria di Woo dopo anni di militanza nel cinema d'azione Hollywood-iano avviene con un film (molto poco) storico, adattamento del celebre Romanzo dei Tre Regni, caposaldo della letteratura tradizionale cinese, scritto nel XIV secolo da Luo Guanzhong (circa 1330-1400). Focalizzandosi su uno degli eventi chiave del libro, la battaglia del titolo, Woo ha imbastito un film di guerra spettacolare, che se è cinese al 100% per quanto riguarda produzione e cast (Ken Watanabe, originariamente pensato per interpretare Cao Cao, ha desistito dall'offerta a seguito delle proteste nate in patria che esigevano un cast totalmente patrio) è fortemente influenzato dalla narrativa americana in fatto di blockbuster movies, eredità che Woo si è portato dietro dopo anni di lavoro con Van Damme, Cruise, Cage ed altri. Così la narrazione procede per scene madri un po' troppo enfatiche, parentesi "comiche" di dubbia utilità e spiccia descrizione psicologica dei personaggi, più che altro marionette senz'anima. Ovviamente è lo spettacolo a farla da padrone: sequenze epiche di battaglia che hanno il sapore del racconto mitico più che della ricostruzione storica (ma lo stesso regista ha ammesso che il taglio conferito al film è molto lontano da un intento di verosimiglianza) vi terranno compagnia nel corso delle 4 ore e mezza di film (sempre che non scegliate la versione condensata di due ore e mezza), nelle quali potrete ammirare le fantasiose strategie militari e le coreografiche lotte, fotografate con dinamismo, dei numerosi protagonisti.
Puro intrattenimento, è un film programmato a tavolino per sbancare i botteghini nazionali, ma ha avuto un buon successo anche al di fuori della Cina. Woo infatti non ha trascurato gli spettatori occidentali, ed è probabilmente per questo che ha spesso ceduto ai clichè della pomposa narrativa americana. Ciò non è un male di per sè, ma vi metto in guardia dal vedere questo film pregustando una "cinesità" che è del tutto assente dal punto di vista formale.
Entertainment godibilissimo, comunque.
Voto: 3/5
-La congiura della pietra nera
di John Woo, Chao-Pin Su - Cina/Hong Kong/Taiwan - wuxia - 117min.
Cina, era Ming. La banda criminale nota come Pietra Nera è fra le numerose entità interessate all'accaparramento delle due metà del corpo del defunto santone buddista Bodhi: secondo la leggenda chi riunirà le due parti del suo cadavere acquisirà la padronanza delle arti marziali. Impossessatisi di una delle due metà, il gruppo è però tradito dal suo membro più fidato, Zeng Jing (Michelle Yeoh), la quale ha deciso di cambiar vita, vivendo nell'anonimato e nascondendo la reliquia. Dopo qualche anno (ed un'operazione di "cambio faccia"), Zeng Jing è un'innocua casalinga zitella che fa piccoli lavori e divide il posto di lavoro (una bancarella sulla strada cittadina) con l'anziana padrona di casa, la quale le consiglia di sposarsi finchè è ancora giovane, suggerendole di accettare le avances di Jiang Ah-sheng (Jung Woo-Sung), innocuo portalettere dai modi gentili. Ma la Pietra Nera è sulle tracce della donna, che dopo anni di vita in incognito si vedrà costretta a rispolverare le sue doti di assassina.
In poco meno di due ore un concentrato di wuxia ed azione a stampo fantastico (ma di ambientazione storica) nella migliore tradizione del genere (dai recenti La Tigre e il Dragone, 2000, di Ang Lee o Hero, 2002, di Zhang Yimou, ai più classici La fanciulla del cavaliere errante, 1972, di King Hu, fino ai capostipiti del genere risalenti agli anni '20). La mano di John Woo, esperto del cinema d'azione, si avverte soprattutto nel montaggio concitato delle fasi inziali del film, con quelle transizioni "a tendina" che sono il suo marchio di fabbrica fin dalla primigenia produzione ad Hong Kong. Per il resto è difficile dire quanto sia attribuibile all'uno o all'altro regista, specie perchè Su Chiao-Pin, taiwanese al suo terzo lungometraggio, non è ancora un nome noto qui in occidente. I grandi mezzi messi a disposizione della produzione (cioè John Woo stesso, co-fondatore della Lion Rock Productions nel '97 assieme a Terence Chang) consentono un notevole apparato scenografico e, ancor più in generale, un'allestimento tecnico di tutto rispetto. Le scene di battaglia, ovviamente i momenti più attesi della pellicola, non deludono, evitando praticamente di ricorrere ad effetti computerizzati in favore di una fisicità molto dinamica e di una regia che ricerca la perfezione estetica pur ricorrendo ad un montaggio breve o brevissimo. Di solito si va a vedere questo tipo di film anche per essere coinvolti da una storia dal sapore mitico, fatta di intrighi, tradimenti e colpi di scena: tali elementi non mancano, anche se si avverte un po' di fatica nel proporre scenari che si discostino da narrazioni classiche di personaggi dall'oscuro passato, rivelazioni un po' telefonate e gesti estremi per espiare le proprie colpe. A ciò si aggiunge questa volta lo zampino di un'influenza occidentale, quel seminale Kill Bill di Tarantino che, pur esso stesso mosaico di citazioni, è senza dubbio ispiratore del personaggio della protagonista, la cui storia personale richiama più volte quello della Sposa del dittico americano.
La congiura della pietra nera non è fra i più originali film di arti marziali cinesi prodotti nell'ultimo decennio. I suoi punti di forza non sono da ricercare nell'innovazione, quanto nel prudente e rodato ricorso ai canoni più classici del genere, supportati da un cast accattivante (il capo della Pietra Nera, interpretato da Wang Xueqi, è un personaggio per certi versi spassoso), una regia attenta alla perfezione stilistica (coadiuvata da uno staff di ben cinque persone a ricoprire il ruolo di direzione della fotografia) e musiche roboanti. Un'opera gradevole con pregi che ne valgono la visione.
Voto:3/5

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