Magazine Cultura
Chi mi ha un po’ seguito in questa esperienza da blogger, avra’ percepito le mie”fissazioni” musicali.
Gli Yes ne fanno parte e a loro ho dedicato molto spazio.
L' ho fatto anche spezzettando la band, dedicando post singoli a Wakeman, Bruford e Howe.
Oggi e il turno di uno dei fondatori del gruppo, vale a dire il cantante Jon Anderson.
La sua voce è inconfondibile, e la performance che presento nel filmato a ne è la testimonianza.
Vediamo qualche nota biografica.
Jon Anderson nacque ad Accrington, nel Lancashire, il 25 ottobre 1944 in una famiglia contadina di origini irlandesi.
I suoi primi approcci verso la musica lo videro suonatore di “asse da lavare” in un gruppo chiamato "Little John's Skiffle Group", che suonava brani di Lonnie Donegan e altri.
All'età di quindici anni abbandonò la scuola e fece una serie di lavori disparati, fra cui bracciante in una fattoria, camionista, e "ragazzo del latte".
Appassionato di calcio ,tentò anche di entrare nelle giovanili del club della propria città, ma venne scoraggiato dall'allenatore stesso perché "aveva un fisico gracile"...Nel frattempo aveva iniziato ad ascoltare Elvis Presley, Eddie Cochran, gli Everly Brothers e altri artisti che avrebbero influenzato il suo approccio alla musica.
Nel 1962, Anderson entrò nel gruppo The Warriors ,diventandone il cantante assieme a suo fratello Tony.
Alla batteria suonava Ian Wallace, che in seguito avrebbe suonato con i King Crimson e con Bob Dylan.
Nel 1967 abbandonò la band e si dedicò al “mestiere” di musicista, come solista.
Nell'estate del 1968, Anderson si guadagnava da vivere come barman nei locali di Londra.
Fu il proprietario del locale a presentargli Chris Squire, il ventenne bassista di un gruppo chiamato Mabel Greer's Toyshop, a cui Anderson si unì quella stessa estate.
Nello stesso anno il gruppo mutò il proprio nome in Yes.
La formazione originale degli Yes includeva anche Peter Banks alla chitarra, Tony Kaye alle tastiere e Bill Bruford alla batteria.
Il primo album degli Yes fu pubblicato nel 1969.
Gli anni settanta
Il ruolo di Anderson nei primi lavori targati Yes è fondamentale. La sua voce (considerata una voce da tenore o da contro-tenore e contraddistinta da un insieme di armoniche che la rendono unica) è uno dei tratti distintivi del "suono della band, ed anche come compositore Jon e’ protagonista in quasi tutti i brani, ed è autore di praticamente tutti i versi.
Contemporaneamente alla sua carriera con gli Yes, Anderson da vita ad alcuni progetti musicali alternativi, che culminano con la produzione di un album solista ,” Olias of Sunhillow”.
Gli anni ottanta
Mentre gli Yes conoscevano un momento di sbandamento, Anderson decise di lasciare il gruppo, per dedicarsi più attivamente alla propria carriera solista e alla collaborazione con Vangelis.,rinsaldando un vecchio legame artistico.
Gli Yes si erano nel frattempo sciolti ufficialmente, poco dopo "Drama"(unico disco degli Yes senza Jon).
Nel 1983, Jon Anderson incontrò Chris Squire a una festa a Los Angeles, e ascoltò alcuni brani che Squire e White (batteria) avevano iniziato a incidere assieme al tastierista dei primi Yes, Tony Kaye, e a un chitarrista sudafricano di nome Trevor Rabin.
Il materiale piacque a Jon, che decise di prendere parte al progetto. L'album si chiamò "90125" e venne pubblicato con il marchio "Yes".
"90125" ebbe un successo di pubblico straordinario, e diede nuova linfa vitale agli Yes.
IL 1984 fu dedicato al tour di presentazione di "90125".
Fra il 1985 e il 1986, Anderson iniziò a lavorare con gli Yes all'album successivo, collaborando nel frattempo con i Tangerine Dream, con John Paul Jones (ex Led Zeppelin), incidendo un proprio album solista di "canzoni per Natale,"Three Ships", e collaborando ancora con Mike Oldfield, questa volta per l'album "Shine".
Nel 1987 Anderson fece un incontro che avrebbe avuto un forte impatto sulla sua vita, conoscendo Flora Nomi, nota come "divina madre" presso i seguaci di Sri Ramakrishna.
A questo incontro è associato quello che lo stesso Anderson definisce un risveglio spirituale.
Nello stesso periodo, Anderson iniziò ad approfondire la conoscenza della religione e della filosofia dei nativi americani e di altre forme di misticismo, avvicinandosi anche alla new age.
L'uscita di un nuovo album degli Yes sullo stile di "90125"," Big Generator", lasciò Anderson piuttosto freddo: "a quell'epoca ero in una situazione di rifiuto; volevo fare musica più grande, non roba pop; ma ero l'unico a pensarla così."
Nel 1988 Anderson collaborò con i Toto e pubblicò un nuovo lavoro solista, "In the City of Angels", in cui i suoi nuovi interessi filosofici e mistici prendono voce.
Nel frattempo, Anderson decise di abbandonare nuovamente gli Yes, questa volta per riunirsi a Wakeman, Howe e Bruford in un nuovo progetto mirato a un ritorno alle origini dello stile Yes.
La nuova band prese il nome Anderson Bruford Wakeman Howe (abbreviato anche in ABWH) e l'anno successivo incise un album omonimo, che riscosse un discreto successo (il videoclip del brano Brother of Mine fu trasmesso con una buona frequenza su MTV).
Gli ABWH intrapresero sempre nel 1989 un tour mondiale, con il titolo "An Evening of Yes Music Plus", da cui fu tratto anche un album live omonimo.
Gli anni novanta
All'inizio degli anni novanta, ABWH e Yes, che stavano lavorando su due nuovi album, decisero di tornare a unirsi.
L'album che ne seguì, giustamente intitolato "Union", era un collage di brani Yes e di brani ABWH ).
Nel 1991, i "mega-Yes" girarono il mondo in tour.
Tornato dal tour mondiale con gli Yes, Anderson riprese a coltivare la propria fitta rete di collaborazione.
Nel 1993, Anderson tornò in studio con gli Yes (tornati nel frattempo alla formazione di 90125) per incidere il nuovo album "Talk".
L'album fu ben accolto dalla maggior parte dei fan, ma fu un flop da un punto di vista commerciale.
Dopo il tour di "Talk", gli Yes tornarono a dividersi.
In quegli anni, Anderson pubblicò una serie di album solisti molto apprezzati, mentre lavorava alla rifondazione degli Yes nella formazione classica, con Wakeman, Howe, Squire e White.
Nel 1996, gli sforzi di riunire gli Yes classici ebbero coronamento e Anderson, Wakeman, Howe, Squire e White si esibirono in tre serate a San Luis Obispo, in California.
"The Ladder" fu pubblicato nel 1999, e seguì un tour promozionale.
Gli anni duemila
Nel 2000, gli Yes si ritrovarono nuovamente in tour con una differente setlist, basata sui risultati di una votazione online in cui era stato chiesto agli utenti del sito "Yesworld" di esprimere le proprie preferenze in merito.
Dopo il memorabile tour, "2000 Masterworks", Koroshev fu allontanato dal gruppo, che si trovò nuovamente senza tastierista.
Nel 2001 gli Yes realizzarono "Magnification", un album da molti salutato come un ritorno ai fasti degli Yes classici, in cui le tastiere vacanti erano sostituite da un'orchestra sinfonica.
Il tour "Yessymphonic" fu ripreso in video e l'omonimo DVD rappresenta forse uno dei video migliori della storia degli Yes, anche grazie alla qualità delle tecniche di registrazione, evidentemente molto evolute rispetto all'epoca di "Yessongs".
Nel 2002 Anderson iniziò a lavorare a un album intitolato "The Big If".
Nel frattempo, i tour con gli Yes sono continuati per tutto il 2002 e il 2003, concludendosi poi anticipatamente nel 2003 a causa di un incidente capitato ad Anderson, fratturatosi la schiena "cadendo dall'albero di Natale".
Ripresosi dall'incidente, Jon Anderson ha girato l'Europa nel 2005 con il suo" Tour of the Universe", il primo tour in cui si esibisce come "one man band", con il solo ausilio di chitarra e tastiera, riproponendo brani della propria carriera solista, dei propri lavori con Vangelis, ed estratti dei pezzi classici degli Yes.
Dopo il tour Anderson ha pubblicato un DVD omonimo.
Nel 2007 ha proseguito la serie di concerti "intimi" in attesa della annunciata reunion degli Yes prevista per il 2008 in occasione del quarantennale della band inglese.
(Wikipedia)
Le ultime parole famose:
"Gli aerei sono bei giocattoli ma di nessuna utilità militare" (Ferdinand Foch, Comandante dell'esercito francese nel 1911)
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