Torino, Magazzini sul Po.
La mia prima volta ai Magazzini Sul Po: il locale sa di storia e di umido, e a serata inoltrata, con l’inverno alle porte e con vicino l’enorme fiume che scorre inesorabile, fa proprio un certo effetto. Sul piatto due delle band più interessanti del nostro underground: il duo veneto ha conquistato ampi consensi, anche di critica, in particolare all’estero, e il gruppo toscano, dopo un esordio più che positivo (Albero Specchio) sta provando a sondare un terreno meno legato alla psichedelia, infatti la sua esibizione si fa notare per una maggiore propensione verso lidi “free” (d’altronde, se ci pensate, non è peregrino questo binomio che li ha portati in tour in giro per l’Italia e anche fuori dai patri confini). Dicevamo dei Metzengerstein: ai due chitarristi ora si aggiunge un trombettista, giovane pure lui, e in appena venti minuti di esibizione circa si immettono in quel solco “improv” che ricorda da vicino la scena inglese, uno dei componenti mi fa il nome di Derek Bailey, e non manca la vena più “rumorista”, sintomo di imprevedibilità (usano anche piatti e microfoni a contatto). Set spiazzante, ma in fondo nemmeno troppo, visto che da tempo si intuivano certe potenzialità. La sensazione è quella di avere a che fare con ragazzi che sono sempre in grado di proporre idee eccentriche ma credibili. Ne sentiremo ancora delle belle, visto che il prossimo anno dovrebbe uscire il disco nuovo.
Giusto una pausa per sistemare gli strumenti ed ecco che partono spediti gli Jooklo Duo di Virginia Genta e David Vanzan. La parte iniziale è di fatto una sorta di rodaggio, necessario per acclimatarsi nell’atmosfera generale, che è comunque rilassata (pochi purtroppo, ma appassionati, gli spettatori), e nel giro di qualche minuto si arriva alla sezione centrale del concerto, quella dove la Genta mette da parte il sax e comincia a zufolare placida con un clarino, mentre Vanzan gioca su piatti e percussioni creando un’atmosfera più meditativa e sospesa, utile a far da contrappunto all’assalto sonoro finale (e non manca neppure un divertito bis con ospitata), vera e propria jam che sa di orgiastica e febbrile voglia di divertirsi su di un palco. Poco altro da aggiungere: va solo ribadito che ci troviamo di fronte a due realtà da seguire con attenzione. Qui si fa sul serio.