13 NOVEMBRE – Era dal girone di qualificazione al mondiale messicano del 1986 che non vedevamo un giocatore dell’Hellas convocato in nazionale. L’allora commissario tecnico Enzo Bearzot convocò in varie riprese i gialloblù Fanna, Di Gennaro, Galderisi e Tricella – che poi fecero parte anche della spedizione mondiale – mentre questa volta, sebbene la chiamata riguardi l’Under 21 e non la nazionale maggiore, il neo selezionatore Devis Mangia ha deciso di convocare per la prima volta il centrocampista italo-brasiliano Jorge Luiz Frello, a tutti meglio noto come Jorginho, fresco di cittadinanza italiana ottenuta in virtù del trisavolo paterno originario di Lusiana, un paesino della provincia di Vicenza.
Singolare e sicuramente affascinante la storia di questo ragazzo – è nato a Ipatinga (Brasile) il 20 dicembre 1991 – arrivato giovanissimo qualche anno fa all’Hellas per qualche decina di migliaia di euro grazie ad una felice intuizione dell’allora responsabile del settore giovanile Riccardo Prisciantelli. Nonostante il fisico esile, Jorginho ha fin da subito attirato l’attenzione per classe e personalità. Dopo aver disputato con ottimi risultati il torneo giovanile di Viareggio, aggregato alla squadra primavera del Sassuolo, e dopo un intero campionato di II° Divisione Lega Pro con la maglia della Sambonifacese, è arrivato lo scorso anno il meritato inserimento nella rosa della prima squadra, tornata in Serie B dopo quattro lunghi anni trascorsi nell’inferno della C.
Dopo l’esordio nella trasferta di Gubbio e soprattutto dopo la pesante sconfitta interna con il Torino, più di qualcuno gettò ingiustamente la croce addosso a Mandorlini, reo secondo alcuni di aver osato troppo schierando il giovane centrocampista, considerato – a torto – ancora troppo acerbo per un campionato come quello cadetto. E qui bisogna rendere giusto merito a Mandorlini, che, convinto come sempre delle proprie idee, ha portato avanti con determinazione la sua scelta tant’è che da quella giornata in poi Jorginho è diventato pedina insostituibile dello scacchiere gialloblù.
Quest’anno, complici il doloroso addio a Tachtsidis e il deludente avvio di stagione dello sloveno Armin Bacinovic – acquistato appositamente da Sogliano in sostituzione del monumentale centrocampista ellenico – Mandorlini gli ha consegnato ufficialmente le chiavi del centrocampo scaligero ed il giovane talento di Ipatinga non ha certo tradito le aspettative, tanto da meritarsi anche la prima convocazione nella nazionale Under 21.Con l’esordio di Gubbio ho sempre seguito con interesse la crescita di questo ragazzo, e devo dire che fin da subito sono rimasto piacevolmente impressionato dalla sua classe innata e dalla sua visione di gioco. Un amico che per alcuni anni ha fatto l’accompagnatore delle squadre giovanili dell’Hellas, lo scorso anno mi confidò che il suo ruolo naturale è quello di centrale davanti alla difesa, guarda caso la posizione attualmente ricoperta dove sta dimostrando tutto il suo indiscusso valore. Mentre l’anno scorso, Tachtsidis rappresentava un’acuta intuizione tattica di Mandorlini, la scelta come dire “naturale” operata in questa stagione dal tecnico ravennate - che ha creduto in lui fin dal primo giorno dandogli sempre più fiducia – gli ha consentito di esprimersi al meglio con risultati che sono oramai sotto gli occhi di tutti.
A mio avviso, oltre ad essere un giocatore con classe e personalità, tatticamente molto intelligente, Jorginho ha una sorprendente facilità nella giocata, nel momento in cui riceve la sfera ha già deciso cosa fare, tant’è che mai o quasi mai un avversario riesce a “sradicargli” la palla dai piedi. Forse può e deve migliorare nel tiro, dove ha sicuramente doti di precisione ma deve cresere sotto l’aspetto della potenza. Passatemi magari il paragone che ad alcuni può sembrare irriverente, ma in prospettiva credo non possa aver nulla da invidiare ad un certo Pirlo..
Naturalmente, dopo il premio della convocazione in nazionale, sono diventati ancora più insistenti i cosiddetti “rumors” – si parla addirittura di un prossimo “derby” per aggiudicarselo tra Inter e Milan – tanto da farlo già diventare uno dei probabili pezzi pregiati del prossimo mercato. Setti si trova quindi in mano un capitale importante ed i complimenti di tutto ciò vanno equamente riconosciuti a chi lo ha scoperto (Prisciantelli), a chi lo scorso anno intravedendo le enormi potenzialità di crescita lo ha “blindato” allungandogli il contratto (Martinelli) e a chi, ultimo ma non ultimo, ha creduto in lui dandogli fin da subito dato fiducia incondizionata (Mandorlini).Godiamoci per intanto questo campioncino, sono sicuro che saprà darci ancora tante soddisfazioni…
In bocca al lupo “Giorgio”, noi tifiamo per te…
Enrico Brigi