Josè Donoso, Lucertola senza coda, Cavallo di ferro
Antonio Muñoz-Roa è un pittore disilluso che vive nel totale isolamento della sua casa di Barcellona. Da giovane è stato un promettente membro del movimento informalista spagnolo, abbandonato all’improvviso quando stava per essere corrotto dalle leggi del mercato, desacralizzando così quel senso genuino che, secondo il pittore, era l’elemento indispensabile dell’opera d’arte. Durante una vacanza nell’entroterra catalano, non ancora contaminato dalle brutture del turismo di massa, il pittore scopre il borgo rurale di Dors e se ne innamora subito. Qui decide di trascorrere il resto della vita, in una delle tante case di pietra dove i locali non vogliono più stare. Presto, però, si scontrerà proprio con quegli abitanti del paese, conquistati dalla modernità che chiamano “progresso”, ignari del valore artistico ed estetico del loro villaggio. “Lucertola senza coda” è il romanzo inedito scoperto dalla figlia di Donoso tra le carte che suo padre aveva ceduto alla biblioteca dell’Università di Princeton. Rivisto e corretto dal critico Julio Ortega, questo libro recupera per i lettori la prosa nitida dello scrittore scomparso e contiene tutti i suoi temi poetici, primo fra tutti quello della ricerca dell’utopia, ricerca destinata a spezzarsi le ali contro la realtà sempre volgare e materialista.