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Josè Donoso, Lucertola senza coda, Cavallo di ferro

Creato il 20 marzo 2012 da Atlantidelibri
curioso trovare l’amarezza sconfinata e la disillusione nei confronti della società di Thomas Bernhard in un autore mediterraneo, cileno trapiantato in Spagna per la precisione. Ma questa è l’impressione che la lettura de Lucertola senza coda di procura, pur senza arrivare ai toni parossistici del grande autore austriaco. e’ un pittore disilluso dalla mercificazione dell’arte a dare sfogo alla sua amarezza in questo bel testo che La nuova frontiera propone, un libro in cui sono contenuti i temi cari all’autore: la realtà volgare e materialista, la ricerca di una utopia…

 

Josè Donoso, Lucertola senza coda, Cavallo di ferro

 

Antonio Muñoz-Roa è un pittore disilluso che vive nel totale isolamento della sua casa di Barcellona. Da giovane è stato un promettente membro del movimento informalista spagnolo, abbandonato all’improvviso quando stava per essere corrotto dalle leggi del mercato, desacralizzando così quel senso genuino che, secondo il pittore, era l’elemento indispensabile dell’opera d’arte. Durante una vacanza nell’entroterra catalano, non ancora contaminato dalle brutture del turismo di massa, il pittore scopre il borgo rurale di Dors e se ne innamora subito. Qui decide di trascorrere il resto della vita, in una delle tante case di pietra dove i locali non vogliono più stare. Presto, però, si scontrerà proprio con quegli abitanti del paese, conquistati dalla modernità che chiamano “progresso”, ignari del valore artistico ed estetico del loro villaggio. “Lucertola senza coda” è il romanzo inedito scoperto dalla figlia di Donoso tra le carte che suo padre aveva ceduto alla biblioteca dell’Università di Princeton. Rivisto e corretto dal critico Julio Ortega, questo libro recupera per i lettori la prosa nitida dello scrittore scomparso e contiene tutti i suoi temi poetici, primo fra tutti quello della ricerca dell’utopia, ricerca destinata a spezzarsi le ali contro la realtà sempre volgare e materialista.

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