Josè Teixeira Perdomo (by Teo85)

Creato il 21 gennaio 2013 da Simo785

Il rimpianto professor Scoglio era uno che voleva far le cose senza lasciare niente al caso. Nel 1989 con il suo neopromosso Genoa voleva a tutti i costi avere una squadra estremamente competitiva ed allora, nel mercato estivo, andò in Uruguay e se ne tornò con tre rinforzi di cui solo uno lasciò il segno: il mitico Pato Aguilera. Gli altri due furono meteore, ma mentre Ruben Paz venne perdonato in quanto arrivato in Liguria già con la fama di pippone, il terzo Re Mogio invece avrebbe dovuto spaccare il mondo ma finì per spaccare altro tra i tifosi rossoblu. Perchè Josè Batlle Teixeira Perdomo, detto “el Chueco” doveva essere il boom di quella sessione di mercato.Quelli del Penarol ci rimasero pure male, perchè con la maglia giallo nera più famosa d’America Perdomo aveva fatto vedere cose egregie. Divenne il Volante Central anche della Nazionale. Personaggio dall’indubbia integrità fisica e morale, non fumava, non beveva, non aveva vizi. Ma a Genova, più che un volante in salute, pareva un paracarro di tutto rispetto. Furono 25 presenze poco memorabili le sue ma se non altro non era difficile notarlo in mezzo al campo, dato che stava sempre fermo. Lento all’inverosimile e falloso come pochi, il punto più alto della sua notorietà nel Bel Paese lo raggiunse grazie ad una conferenza stampa pre-derby di Vujadin Boskov, il quale, rispondendo ad una domanda sull’ uruguagio rossoblu disse: “il mio cane gioca meglio di Perdomo”. Il vecchio Vujadin era uno che ci vedeva lungo, e da zero peli sulla lingua ci vide anche giusto. Perdomo dal canto suo la prese bene e nel derby si fece ammonire dopo trenta secondi di gioco per poi tornare a fare la bella statuina in mezzo al campo. Durò una stagione, poi il Genoa lo cedette al Coventry, in Inghilterra, dove giocò ben 4 partite, prima di essere nuovamente girato, stavolta in Spagna, al Betis, dove ebbe più fortuna. Sei presenze e un gol prima di tornare mestamente in Sudamerica facendo perdere, stavolta velocemente, le sue tracce dal calcio che conta.


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