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Josef Albers – Modena 22-10-2011

Creato il 23 ottobre 2011 da Maxscorda @MaxScorda

23 ottobre 2011 di Lascia un commento

Josef Albers
L’occasione  e’ ghiotta, Josef Albers dalle mie parti e’ un evento da non perdere.
La mostra e’ stata inaugurata l’8 Ottobre e proseguira’ sino all’8 Gennaio, tempo ce n’e’ ma perche’ attendere.
Confesso di provare per il Bauhaus una forma piu’ di rispetto che d’ammirazione, riconoscendo nella scuola e nella sua filosofia, il primo approccio di funzione legata all’immagine, l’idea di arte compiuta nella standardizzazione industriale. Con tuti i limiti teorici, il Bauhaus ha spianato la strada ad un importante metodo didattico, lasciando pero’ un margine d’interpretazione troppo ampio sul profilo artistico a causa delle diverse anime che hanno retto l’impianto teorico ma del resto, questo fu uno degli obiettivi di Gropius suo fondatore.
Albers trentenne fu allievo e maestro nella scuola e in essa sviluppo’ entrambi i ruoli iniziando con le tecniche della pittura e del vetro che in parte gia’ gli appartenevano e che seppe oltremodo evolvere.
Questi furono gli anni nei quali inizio’ un lungo percorso durato un’intera vita e colpisce il numero di tecniche eterogenee che ebbe modo di sperimentare per raggiungere il "massimo risultato con il minimo sforzo", progressivo affinarsi che si concludera’ nell’infinita ed inesauribile serie degli "omaggi al quadrato".
In sostanza egli ha saputo sintetizzare al massimo grado il gesto, togliendosi completamente dall’opera, ha minimizzato la forma passando dallo studio fotografico, attraversando i rettangoli degli "adobe", fino a giungere alla perfetta sintesi del quadrato ed infine lasciare il solo colore variabile col quale inventare una nuova forma di comunicazione.
Albers e la musica
Albers seppe negare la scomoda appartenenza all’espressionismo astratto divenendo anzi un anti-espressionista non come contrapposizione bensi’ come logica conseguenza del veicolare la tecnica col cuore altrove perso nel caleidoscopio dei pigmenti. Malgrado cio’ si resta affascinati innanzi ad uno dei suoi quadrati, proprio mentre altri provano qualcosa di simile su altre combinazioni, ognuno differente ed unico.
Si realizza in questo modo il progetto razionalista di Gropius seppur arrivandoci dalla parte opposta da quella da lui ipotizzata in quanto la massima empatia e’ su qualcosa nella quale l’artista e’ totalmente assente, mero esecutore di abbinamenti di colore che in via del tutto sperimentale, sono emersi dalla tela.
La mostra e’ essenziale eppure esaustiva nel mostrare il percorso di Albers, dai primi meravigliosi vetri ai potenti quadrati. Il percorso non e’ cronologico ed immagino che la logistica non lo permettesse ma e’ sufficiente annotarsi i vari periodi storici per ricostruire l’evoluzione dell’artista e far emergere fortissima la valenza di una ricerca che sin dall’inizio Albers sapeva dove sarebbe andata a finire, con i diversi periodi finalizzati al suo raggiungimento.
Il tutto e’ ben documentato con guide audio fornite in loco, oppure ascoltabili da cellulare tramite codice QR o con il podcast scaricabile gratuitamente come del resto gratuito e’ l’ingresso.
Le schede sono essenziali ma complete, cura nell’illuminazione e nella disposizione.
Consiglio l’ascolto dei podcast prima di arrivare alla mostra e di dedicare qualche minuto al documentario in visione prima dell’ingresso nella sala principale dei quadrati.
I miei complimenti ai curatori e all’organizzazione, un consiglio per tutti specie per coloro che desiderano scoprire le radici della modernita’.

Mostra Josef Albers
Il podcast della mostra
Galleria civica di Modena


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