Per comprendere appieno il personaggio di Joséphine e l’umorismo dei rapporti e delle situazioni in cui si trova immersa, bisogna dapprima conoscere l’autrice. Parigina doc, Pénélope è una trentenne dal musetto arguto da ragazzina che dopo gli studi artistici si è lanciata, come illustratrice professionista, nel mondo delle riviste e dei magazine femminili ottenendo un riscontro immediato.
L’attività febbrile, forsennata, ma appassionata, che conduce in campo artistico e multimediale (ha girato dei cortometraggi), dal 2007 può essere seguita sul blog Ma vie est tout à fait fascinante (www.penelope-jolicoeur.com). Qui l’autrice offre alle sue numerose fans (la segue un pubblico prevalentemente femminile) pagine vergate a mano, in corsivo, simpatiche e colorate, che raccontano delle sue convulse giornate. Dal blog sono già state tratti due volumi.
Joséphine, che molti hanno paragonato a Bridget Jones, è una single che non dispera però di trovare l’uomo della sua vita e nella ricerca mette tutto il suo impegno (anche utilizzando le risorse che offre la rete) e la sua passione; dimostra inoltre di possedere le risorse per elaborare le frequenti delusioni. Ha dei genitori che, abitando lontano, la crocifiggono al telefono coi sensi di colpa e una sorella sposata, con figli, tutta per benino, che pare il ritratto della felicità e della realizzazione dei propri sogni e delle proprie ambizioni. Fra le tante amiche c’è quella del cuore, Rose, che spesso deve sopportare i suoi sfoghi. I colleghi, coi quali condivide un lavoro stressante e competitivo, che non riesce a gestire come dovrebbe, inanellando una gaffe dopo l’altra, o non la considerano quasi e dimenticano persino il suo nome o la riconoscono per il suo comportamento maldestro. D’
animo sensibile, si commuove guardando film sdolcinati in compagnia del suo gatto o si dispera guardandosi allo specchio: pur essendo nel complesso carina, bionda e minuta, è ossessionata però dai fianchi larghi e dal seno troppo piccolo.
Insomma il personaggio è molto simile all’autrice che infatti confess:
“Scrivo le cose come le direi, le disegno come le farei, e in questo modo creo personaggi simili a me”.
In un mondo dove occorre dimostrare di essere sempre a posto, performanti, efficaci ed efficienti, ben inseriti, seducenti, sicure di sé, Joséphine cerca di galleggiare fra i continui rossori, i sorrisi stirati e gli sguardi a mezz’asta, senza all’apparenza rendersi conto di essere, nella maggior parte dei casi, lei l’origine dei propri mali e senza mai fare tesoro dell’esperienza. Vivendo però in questo modo una vita emotivamente piena e sentimentalmente effervescente, mai piatta, diventa suo malgrado un’esilarante eroina delle contraddizioni della società contemporanea.
Le strips occupano in genere un’intera pagina, raramente due affiancate. Il disegno è semplice, immediato ed espressivo, soprattutto nella resa dello stato d’animo che traspare sul volto dei personaggi. Le vignette, senza cornice, sono di varie dimensioni e molto colorate.
L’edizione italiana, formato quaderno, è maneggevole e pratica; unico piccolo difetto: di tanto in tanto, viste le misure ridotte, le scritte nelle vignette con molto testo risultano poco leggibili.
Abbiamo parlato di:
Joséphine
Pénélope Bagieu
Traduzione di Laura Tonani
Hop!, 2012
64 pagine, brossura, colori – 11,00€
ISBN: 978-88-97698-00-5