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“La ragazza del treno” di Paula Hawkins: un thriller dove niente è come sembra

Creato il 23 giugno 2015 da Alessiamocci

“È sepolta sotto una betulla bianca, vicino ai vecchi binari della ferrovia. La tomba è segnalata solo da un mucchietto di pietre, nient’altro. Non volevo attirare l’attenzione sul luogo in cui riposa, ma nemmeno potevo abbandonarla all’oblio. Dormirà in pace, lì: a turbare la sua quiete solo il canto degli uccelli e lo sferragliare dei treni”.

È uscito nelle librerie italiane il 23 giugno 2015, edito da Piemme, il romanzo d’esordio di Paula Hawkins “La ragazza del treno”. Un thriller avvincente, per nulla scontato, ricco di colpi di scena e di ribaltamenti della situazione. Un noir ‘tutto anglosassone’ da gustare per la sua originalità.

Due cose rimangono dalla lettura di questo libro: non è vero che l’erba del vicino sia sempre più verde; spesso il male è più prossimo di quanto s’immagini.

Rachel è una donna molto sola, che ha desiderato a lungo la maternità ed è stata tradita dal marito Tom. Quest’ultimo le ha preferito Anna, creandosi con lei una famiglia in quella che una volta era la sua casa.

La storia è ambientata nei sobborghi di Londra, dove Rachel ogni giorno prende il treno locale da Ashbury a Euston delle 8:04 per recarsi al lavoro. Stessa cosa per il ritorno, alle 17:56.

Disillusa dalla vita, disperata ed ingrassata, Rachel non si cura più di se stessa, afflitta da una bassa autostima. Da tempo si è data all’alcol, mettendo a repentaglio la sua stessa salute e divenendo, agli occhi di tutti, una persona inaffidabile.

Ma Rachel sa osservare, in questo è una maestra. È attenta alla vita degli altri. Il suo piccolo “rifugio sicuro” è diventata la villetta di Jess e Jason, che ogni giorno vede in veranda a bere caffè, dal finestrino del treno. Rachel attende quell’appuntamento quotidiano, allorquando il semaforo diventa rosso ed induce il mezzo a sostare davanti al civico 15 di Blenheim Road. La bionda minuta Jess e il bruno e robusto Jason rappresentano per lei la coppia ideale, innamorata ed affiatata: una sorta di “riscatto” per quello che invece non è potuto essere il suo matrimonio.

Naturalmente Jess e Jason sono nomi di fantasia. Rachel non sa nulla di loro; però è come se fosse stata da sempre in quella casa, dato che lei e Tom hanno abitato per anni a pochi metri, al civico 23. Ma un giorno, dal treno, Rachel vede qualcosa che non avrebbe dovuto vedere, e la sua vita risulterà legata a doppio filo a quella delle sorti della coppia. Quando poi, dai giornali, scopre che Jess è scomparsa, la giovane donna si sente in dovere di intervenire.

“La ragazza del treno” è una storia narrata in prima persona da tre donne: Rachel, Anna e Megan – quest’ultimo è il vero nome di Jess. Tre vittime, rispettivamente, di un uomo, della propria presunzione e della vita. Tre ragazze fragili, che non hanno mai considerato la possibilità di esistere senza appoggiarsi ad un uomo. E in quanto a rappresentanti del sesso forte, in questo libro, ciascuno di loro ha un lato oscuro da nascondere. Quindi siamo messi male.

In questo thriller si arriva a sospettare di tutto e di tutti, e una visione dei fatti veritiera si fa strada soltanto alla fine. I colpi di scena si susseguono; il ritmo è incalzante ed induce a leggere il romanzo tutto d’un fiato.

Lo stile dell’autrice è cinematografico e fa sì che non scemi mai l’attenzione. Rachel è un personaggio al quale si fa fatica ad affezionarsi. La sua presenza “ingrana” a poco a poco, così come avviene per i motori diesel. Al principio sembra una pazza furiosa, e non ci si capacita di come possa autodistruggersi nell’alcol, anziché reagire. Col tempo, si comprende che è una donna che ha sofferto immensamente, soggiogata e piegata nella forza di volontà. Questo suo prodigarsi per gli altri, nel difficile tentativo di salvare se stessa, la rende umana. Rachel è sincera, non abbellisce la realtà, né cerca di darsi un tono. È del tutto onesta, e per questo si conquista il rispetto del lettore, che alla fine tifa per lei, a prescindere.

“La ragazza del treno” è un thriller dove le forze dell’ordine hanno un ruolo marginale. Il mistero è vissuto e dipanato da persone comuni: eroi moderni, ricchi di contraddizioni e difetti, nei quali è facile immedesimarsi.

Una trama molto ben articolata, dove la bugia la fa da padrone, anzi, oserei dire che sia la vera protagonista. Un buon thriller di cui consiglio la lettura a tutti gli appassionati del genere.

Written by Cristina Biolcati


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