Un anno in America a far conoscere la vera musica italiana. E’ questo lo scopo di Jovanotti. Il cantante si è trasferito con la famiglia per un anno a Manhattan appunto per presentare e diffondere la musica italiana di oggi. Gli americani, infatti, associano la canzone italiana allo stereotipo del “mandolino” e conoscono solamente Caruso e Pavarotti. L’obbiettivo di Jovanotti è quello di propagare i suoi brani attraverso una serie di concerti in giro per gli Stati Uniti. Per il cantante c’è anche quindi tanta voglia di mettersi in gioco in un Paese in cui è quasi totalmente sconosciuto.
Dopo Washington, Philadelphia, Boston lo spettacolo più importante è stato il 6 ottobre al Terminal 5, New York: un trionfo, sold out. “Concerto pazzesco, uno dei più belli della mia vita. Ho capito tutto” ha affermato Lorenzo Cherubini su Facebook dopo il concerto, che aggiunge “Mi sono portato via qualcosa di prezioso da quel posto». Seguiranno poi le tappe a Atlanta, Orlando, Miami, Austin, Denver (14 ottobre), Minneapolis (15 ottobre) e Detroit (16 ottobre).
Ad Austin il 13 ottobre ha suonato al festival City Limits di fronte a 30 mila persone, ma solo in pochissimi lo conoscevano. E’ stata una sfida per Jovanotti: “Austin è una delle capitali mondiali della musica, intesa come musica americana o comunque cantata in inglese. Qui la lingua italiana la usano per scrivere pizza su un’insegna e poco più, ed è questo il bello, credetemi, specialmente in questo giorno, il 12 ottobre, lo stesso in cui il vecchio ammiraglio genovese mise piede in quello che poi si rivelò un continente nuovo”. “Sto prendendo appunti, imparando cose”, prosegue. “Ogni concerto è diverso. L’altra sera eravamo poche centinaia in un club della East Coast e oggi avevo di fronte la folla del gladiatore, quella sterminata, quella che vuole vedere il sangue, intendo musicalmente”.
Il cantante ha raccontato, in una intervista alla CNN e al New York Times, che sta vivendo a pieno questa esperienza, cercando di capire l’essenza di questo Paese così diverso dall’Italia. Si sente come Colombo quando aveva scoperto il nuovo continente. Qui nessuno lo conosce, nessuno riesce a pronunciare il suo nome, nessuno lo ferma per strada. Non lo vedono come il tipico cantante italiano. Rivela: “In Italia se faccio A te e poi Tanto tanto tanto c’è una complicità con il pubblico che rende tutto facile, qui sembrano i pezzi scritti da due musicisti di due pianeti diversi. In un Paese che ha bisogno di scaffali, non riescono a collocarmi. Però c’è la sensazione che ci sia spazio per tutti, e che cosa accadrà dipenda solo da me. Ed è una sfida avvincente”.
Sarà dunque un viaggio alla ricerca di novità e alla realizzazione di un grande progetto: “un’antologia di venticinque anni di canzoni che uscirà a fine novembre, e che per me non rappresenta una fine o un compimento, ma semmai una lunga preparazione al salto che sto per compiere” dichiara Jovanotti. Infatti, in Italia il 27 novembre uscirà la raccolta Backup – Lorenzo 1987-2012, una selezione di maggiori successi dei 25 anni di carriera dell’artista, disponibile anche in DVD e in diversi formati deluxe. All’interno troveremo anche otto inediti, tra cui Tensione evolutiva, in radio dal 9 novembre e il cui video è stato girato a Brooklin da Gabriele Muccino (regista anche di Baciami ancora).
Erica Balduini