Magazine Diario personale

Juan Rodolfo Wilcock

Da Silvy56

Juan Rodolfo Wilcock Comunque sia, questo mondo è per te. Mi sono domandato molte volte a che serviva, e non serviva a niente, ma adesso grazie a te ritorna utile. Fa il conto della merce abbandonata da Dio e prendila, l’hanno fatta per te millenni di uomini che non ti conoscevano ma che cercavano di prefigurare in templi e tombe di roccia e biblioteche uno stupore come quello che effondi quando sorridi e fai fermare il tempo e tutti ammutoliscono rapiti e ti alzi e dici, «io me ne vado a letto». Dormi, al risveglio sarà lì il tuo retaggio: una città che fu famosa assai, un fiume sporco cantato dai poeti, il cinema dove hanno ucciso Giulio Cesare; e intorno valli, montagne, mari, oceani, e capitali, e continenti e selve, e piramidi, e versi, e adoratori della tua forma esterna o quella interna e in alto il cielo e il sole e le stelle e la luna e sulla terra le bestie ubbidienti a te che infine vieni a giustificare la loro straordinaria varietà. È tutto tuo e non finisce mai.

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