Scritto da Rosalia Giammetta | settembre 30th, 2013
Mia cara amica, lei si chiede, e mi chiede, come possa la vita continuare dopo un evento così doloroso come solo può esserlo il distacco dall'amato, dalla persona cioè alla quale abbiamo unito il nostro desiderio e con la quale abbiamo affidato tutto noi stessi nelle mani del futuro. [...] Quando la morte si manifesta sul nostro cammino, quando ci sottrae il nostro bene, è violenza insostenibile dalla quale sempre siamo sconfitti. [...] Non è il mistero della morte che siamo chiamati a sciogliere: piuttosto è quello della vita. La vita è un imperativo assoluto al quale nessuno deve sottrarsi. Per quanto ostico ci paia il compito, per quanto insostenibile, per quanto ostile, abbandonarci a noi stessi, abbandonare noi stessi non è contemplato tra le molte possibilità. Dobbiamo piuttosto arrenderci alla vita e al suo costante fluire. A questo scorrere non possiamo imporre alcun argine, né potremmo tentare di deviarlo o di mutarne la traiettoria. Ciò sarebbe assai sciocco e per molti versi pericoloso. Se vogliamo inimicarci la vita, se vogliamo davvero averla contro sappiamo come fare: rinunciamo a viverla. [...] Ogni vita non vissuta accumula rancore verso di noi, dentro di noi: moltiplica le presenze ostili. Così diventiamo spietati con noi stessi e con gli altri. Intorno a noi non vediamo che lotta, cediamo e soccombiamo alle perfide lusinghe dell'invidia. Si dice bene che l'invidia accechi: il nostro sguardo è saturo delle vite degli altri, noi scompariamo dal nostro orizzonte. La vita che è stata perduta, all'ultimo, mi si rivolterà contro. Perciò, l'ultima cosa che vorrei dirle, mia cara amica, è che la vita non può essere, in alcun modo, pura rassegnazione e malinconica contemplazione del passato. È nostro compito cercare quel significato che ci permette ogni volta di continuare a vivere o, se preferisce, di riprendere, a ogni passo, il nostro cammino. Tutti siamo chiamati a portare a compimento la nostra vita meglio che possiamo.Il senso della vita, il senso della psicoterapia
In questa lettera colma di energia, Jung parla del senso della vita, del non arrendersi al dolore, del mantenersi aperti al futuro e al cambiamento anche dinanzi alla sofferenza più atroce.
Mi sembra che queste considerazioni siano valide anche rispetto al senso generale della psicoterapia. Al di là delle varie scuole e tecniche, che cos'è in fondo la psicoterapia? La psicoterapia è sempre un cammino verso un presente e un futuro migliori, verso una vita più piena, un processo in cui il conoscersi con maggiore profondità non è fine a se stesso ma va verso il benessere, verso il costruire un nuovo equilibrio e una vita più ricca.
Per approfondire
McGuire W. e Hull R.F.C. (1977). Jung parla. Interviste e incontri. Adelphi, 1995.
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Rosalia Giammetta, psicologa e psicoterapeuta, è responsabile dell'area prevenzione dei comportamenti a rischio in adolescenza per l'associazione PreSaM onlus. Nell'ambito dell'educazione alla salute e della peer education, ha condotto numerose attività di formazione e ha pubblicato il volume L'adolescenza come risorsa. Per saperne di più, visita la sua
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