Jungletown Jihad altro non è che una delle tre brevi novelle che James Ellroy ha dedicato al detective Rick Jenson e al suo amore malato per l'attrice di Hollywood Donna Donhaue, novelle tutte originariamente pubblicate nell'edizione americana di Destination: Morgue!
Purtroppo per l'edizione italiana della suddetta raccolta di racconti la Bompiani decise di smembrare la trilogia e l'opera dell'autore effettuando una sgradevole operazione editoriale utile forse per rimpinguare un po' di più le casse dell'editore ma che ha reso un servizio sicuramente non ottimale ai lettori e ai loro portafogli.
Comunque, uno dei tre racconti (Troiaio a Hollywood) è rimasto nell'edizione italiana di Destination: Morgue! (8,50 euro) mentre gli altri due sono stati pubblicati in maniera separata e autonoma in Scasso con stupro (6,50 euro) e in questo Jungletown Jihad (13 euro). Tenete conto che è possibile trovare l'edizione originale di Destination: Morgue! a circa 12 dollari... fate due conti e traetene le dovute conclusioni. Comunque di tutto l'affaire ne parlai più approfonditamente nel commento di Il Dubbio Letale.
Qui ci troviamo di fronte alla classica novella in stile Ellroy con qualche differenza che crea uno scarto dalla produzione più importante e riuscita dell'autore Losangelino. Partiamo dalle differenze: lo scenario è sempre la Los Angeles immersa nel marciume e nella perdizione che i fan di Ellroy hanno ormai imparato a conoscere. Non però la Los Angeles degli anni '50 bensì una città del nuovo millennio, quello che si porta dietro le cicatrici della minaccia terroristica. Per la prima volta nel sottobosco Losangelino vediamo muoversi oltre ai soliti sbirri squilibrati, alle attricette di Hollywood, ai delinquenti assortiti la criminalità medio-orientale in odore di terrorismo. L'approccio del Detective Jenson e colleghi al caso che prende piede a seguito di alcune rapine durante le quali scappa il morto, è descritto nello stile secco e diretto dell'autore, un misto di pseudo-razzismo, perversioni, aggressività e scuola dei duri.
Per farvi capire, robe tipo: "Scollinammo la Harbor Freeway verso sud. Gli sbirri la chiamano la "Cloaca". E' il moloc dei musineri e uno scolo di schifezze. Coonnette Carbonia alla L.A. dell'Uomo Bianco. Tim Marti sgasava. Io sognavo a occhi aperti. Il fuso orario donnaico mi solleticava. Homicide Heat - bye bye. Addio irruzioni improvvisate sul set. Addio Donna in fashion feticista: distintivo dell'LAPD, pistola e manette."
Un detective fuori fase, un amore pluriennale quasi platonico, uno strano rapporto con i cani, i neri, gli arabi, gli invertiti, i pervertiti e il crimine, il colore nero che bagna le strade di una Los Angeles senza speranza sono le caratteristiche di quella che sicuramente non è una delle opere migliori di Ellroy; puro intrattenimento se paragonato ai vertici toccati con la Trilogia Americana o con l'L.A. Quartet. A tratti, per chi dell'autore ha già letto molto, aleggia quell'impressione di già visto e già sentito. Probabilmente anche lo spezzatino perpetrato ai danni di questa mini-trilogia non giova al risultato finale. Un buon intrattenimento ma non certo uno di quei libri che mi hanno fatto amare questo autore alla follia.
James Ellroy