Juno, un fly-by tutto da osservare

Creato il 23 settembre 2013 da Media Inaf

Nella notte del 9 Ottobre, guardate in alto e pensate che lassù, a circa 500Km di distanza da voi (appena 50 volte l’altitudine di un aereo di linea), sta passando Juno. Se siete appassionati di scienza, di astronomia e di conquista spaziale, provate a pensare che quella sonda della NASA, grande come un autobus che dà un passaggio per lo spazio a strumenti e know-how italiani, sta prendendo la rincorsa per spiccare il balzo della sua vita e arrivare a Giove nel 2016, iniziando a produrre dati ed immagini che ci stupiranno come non mai. Se invece siete astrofili o appassionati di fotografia astronomica, non perdete tempo a pensare nulla. Prendete telescopio e macchina fotografica e, seguendo le indicazioni, cercate di fotografare Juno durante il suo passaggio ravvicinato. Il premio è poter dire in futuro di aver visto dal vivo passare quella che diventerà una delle più importanti missioni spaziali dei prossimi anni. E perché no, veder pubblicati i vostri sforzi dalla NASA  (inviando le immagini astronomiche realizzate durante il fly-by a info@iaps.inaf.it).

Un rendering artistico di Juno in avvicinamento alla Terra il 9 Ottobre 2013. Credit: NASA/JPL-Caltech

In genere, lo scopo di un fly-by è quello di imprimere a una sonda spaziale una spinta sufficiente per farle raggiungere più rapidamente la sua destinazione finale. Nel caso di Juno, la spinta che riceverà durante questo passaggio ravvicinato è circa il 70 percento del cosiddetto DeltaV iniziale, cioè della variazione della velocità fornita dal razzo vettore al momento del lancio. Insomma, una specie di secondo lancio necessario per permettere a Juno di raggiungere il lontano Giove. Un momento che vale sicuramente la pena tentare di immortalare.

L’impresa è ardua, ma se vorrete provare, sappiate che non siete i primi (la cosa è già stata realizzata da telescopi ufficiali e da astrofili sia per Cassini che per Rosetta). E soprattutto, sappiate che non sarete soli.  Immaginate che la stessa sfida verrà tentata contemporaneamente in tutto il mondo, da molti telescopi sia professionali (come quelli degli Osservatori INAF) sia amatoriali. Tra tutti, ci proverà a Teramo un gruppo di un centinaio di studenti di liceo, sostenuti e coadiuvati dal mondo della scienza ufficiale. Per l’occasione, infatti, L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in collaborazione con INAF (in particolare con lo IAPS di Roma, Istituto dove è nato lo spettrometro ad immagine JIRAM a bordo di Juno) organizza per l’evento una manifestazione dedicata alle scuole, per festeggiare insieme questa ricorrenza spaziale.  Presso il Centro di Geodesia Spaziale ASI di Matera  si terrà nella giornata del 9 la manifestazione “Aspettando JUNO… Un fly-by tra scienza, giochi e musica” dove tra giochi didattici, interventi di esperti, musica e mostre, i ragazzi tenteranno l’osservazione della sonda in diretta  dal telescopio del centro. (Per maggiori informazioni sull’evento http://www.asi.it/it/eventi/convegni/aspettando_juno)

Se volete tentare l’impresa per conto vostro, sappiate (senza scoraggiarvi) che avreste avuto possibilità decisamente migliori abitando a Cape Town. Il Sud Africa è infatti in assoluto il luogo sulla Terra dove la sonda godrà di maggiore visibilità: sarà un punto luminoso che si muoverà velocemente sullo sfondo del cielo, nella notte tra il 9 e il 10 ottobre. In quella nottata, Juno avvicinerà la Terra fino ad arrivare alla sua distanza minima alle 19:21 Universal Time (cioè 21:21 tempo italiano). In quel momento la sonda sorvolerà a 559 Km di altitudine un punto a 200 Km al largo della costa sudest del Sud Africa.

Risulterà visibile, nuvole permettendo? In teoria Juno è un oggetto dalle dimensioni ragguardevoli, ricoperto di 3 pannelli solari lunghi circa 9 metri ciascuno, e per questo motivo il suo passaggio potrebbe essere visibile con una attrezzatura limitata. Diciamo “potrebbe” perché in Italia le condizioni osservative non sono tra le più favorevoli e forse il momento migliore per osservare la sonda non sarà quello di minima distanza dalla Terra. L’opinione più diffusa è che il momento migliore per tentare l’osservazione sia circa un’ora dopo il flyby (circa le 22:30 ora italiana), quando Juno si troverà ad un’altezza di +10°/+15° sull’orizzonte in direzione est. A quel momento la sonda sarà già a una distanza di 30000 Km.  Per complicare le cose a chi si cimenterà nel tentativo, Juno fuggirà via a una velocità molto elevata rendendo le operazioni particolarmente concitate. Passata 1 ora dal fly-by, la sonda sarà già a 50.000 km da noi.

Se perdete l’occasione sappiate purtroppo che non ne avrete altre. Dal momento del fly-by il prossimo appuntamento con Juno non sarà prima di Luglio 2016, nelle vicinanze del pianeta Giove. A oltre 700 milioni di chilometri di distanza.

 

Informazioni aggiuntive

JUNO, seconda missione del programma New Frontiers della NASA, ha come obiettivo lo studio delle caratteristiche di Giove come “rappresentante” dei pianeti giganti. La sonda è stata lanciata il 5 agosto 2011 e raggiungerà Giove nel 2016. Dopo il fly-by, JUNO sarà lanciato direttamente verso Giove e si inserirà in un’orbita polare attorno al pianeta.  Di grande rilievo la partecipazione italiana al progetto, con gli strumenti JIRAM (spettrometro ad immagine infrarosso) e KaT (dispositivo di radioscienza). Anche gli star trackers, che assicurano il puntamento e la stabilizzazione della sonda sono un prodotto italiano della Selex ES di Campi Bisenzio vicino Firenze.

Per saperne di più:

Pagina ufficiale del flyby http://www.nasa.gov/mission_pages/juno/earthflyby.html#.Ujsolz-nfUA
Per generare le effemeridi http://ssd.jpl.nasa.gov/horizons.cgi#top
Altre informazioni sulle osservazioni http://www.heavens-above.com/JunoFlyby.aspx?lat=0&lng=0&loc=Unspecified&alt=0&tz=UCT
Pagina ASI su Juno http://www.asi.it/it/attivita/sistema_solare/juno
Pagina INAF-IAPS su Juno http://www.iaps.inaf.it/solarsystem

Contattateci a info@iaps.inaf.it per maggiori informazioni e mandateci le vostre immagini astronomiche del fly-by nei giorni successivi al 9 ottobre per vederle pubblicate dalla NASA.

Fonte: Media INAF | Scritto da Livia Giacomini


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