Magazine Cinema
di Colin Trevor
con Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Vincent D'Onofrio
Usa, 2014
genere, 124'
Più che a Jurassic World verrebbe da dire "benvenuti in casa Spielberg". E questo perchè non solo il nuovo episodio dedicato alla saga del parco più "mostruoso del pianeta" ricalca con varianti impercettibili gli altri capitoli della serie ma anche per il fatto che è solo qui che gli ammiratori del grande regista americano potranno ritrovare parte di quello spirito ludico e di quella fantasia che a partire dal 1975 avevano reso grandi film come "Lo squalo", "E.T" e "Indiana Jones", capaci di rinnovare il concetto di spettacolo coniugandolo con un robusto merchandising. Diventato "adulto", il buon Steven ha messo da parte la voglia di divertirsi senza perdere la proverbiale lungimiranza che a un certo punto della carriera gli ha permesso di diventare il Tycoon di se stesso e che ora, a quattordici anni dalla regia di "Jurassic Park", lo spinge a rituffarsi, in veste di produttore, in questo "Jurassic World", presentato dal diretto interessato come la naturale prosecuzione del film del 93.
Rispetto al prototipo, il film di Colin Trevorrow certamente non può contare sulla sorpresa provocata dalle prime immagini dei dinosauri in movimento, ne sullo stupore della sala scaturito dal realismo degli effetti sonori – alla prima uscita il frastuono dei passi del Tyrannosaurus - Rex divenne presto il parametro su cui misurare la bontà dei primi home video – ma offre comunque la possibilità di ritrovare gli stilemi e le situazioni più tipiche del cinema spielberghiano, spalmati ad arte su un sottotesto che ripropone l’eterno scontro tra scienza e natura, con la seconda pronta a ribellarsi ai condizionamenti imposti da chi la vorrebbe sottomettere.
Da questo punto di vista “Jurassick World” non tradisce le attese, con gli autori pronti a ricreare quella commistione di avventura spaventevole e insieme rassicurante, che deve in egual misura alla conoscenza dei meccanismi dell'intrattenimento e della suspence, quanto alla riconoscibilità di alcuni dei luoghi più tipici del cinema spielberghiano; a cui "Jurassic World" rende omaggio attraverso un percorso di formazione che conferma il primato dei rapporti affettivi su quelli sentimentali, qui, come sempre nei film del regista di "E.T", messi in disparte anche di fronte all’evidenza rappresentata dal rapporto tra i personaggi di Chris Pratt e Bryce Dallas Howard, impegnati a evitare la catastrofe e nel frattempo calati in una schermaglia dialettica che prelude all’amore. Rispetto ai film della sua categoria "Jurassic World" si fa apprezzare per il realismo degli effetti speciali e per la capacità di costruire sequenze di senso compiuto, laddove gli odierni blockbuster privilegiano sensazionalismo visivo e frenesia ipercinetica. Solo per questo sarebbe da non perdere.
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