Ogni tanto però, per fortuna, appare qualche outsider che ci riporta tutti attaccati ai match di Champion’s League, un vero personaggio come Jürgen Klopp. Modesto giocatore dal tipico fascino brutale made in Germany, ad un tratto (nel 2001) viene promosso allenatore della squadra nella quale ha trascorso tutta la sua carriera (Magonza), inforca un paio di occhiali e comincia ad assumere delle dimensioni metafisiche.
Dopo aver ottenuto la promozione in Bundesliga, porta in ritiro la squadra in un lago in Svezia, in tenda e senza energia elettrica, i giocatori lo prendono per pazzo, si vogliono allenare ma lui risponde: “Potete nuotare e pescare”, riesce a farceli stare per una settimana e quando tornano in Germania, la sua modesta squadra arriva all’undicesimo posto in campionato. La stagione successiva il Mainz si qualifica per la Coppa Uefa.
Il Borussia Dortmund se ne accorge, lo chiama a guidare la squadra dalla curva più grande d’Europa, per provare a contrastare lo strapotere medievale del Bayern Monaco.
Klopp arriva nel 2008, ci mette due anni per vincere il campionato e l’anno successivo concede il bis, fino ad arrivare, nella scorsa primavera 2013, a contendere la finale di Champion’s ai signori bavaresi della Germania calcistica.
Perde la partita, ma dimostra che con la pianificazione, il gioco di squadra e una sana attitudine da cazzone, si può battere chiunque...