Un successo e cinque pareggi: le italiane non brillano nelle competizioni europee, manifestando ancora una volta la difficoltà del calcio nostrano sul palcoscenico internazionale. Ma ogni partita possiede una piccola storia personale, andiamo ad analizzare gli incontri uno per uno.
Partiamo dalla Champions League, competizione nella quale Milan e Juventus hanno colto due pareggi, ma dal sapore totalmente opposto fra di loro. I bianconeri, infatti, soffrono eccessivamente il Chelsea nei primi 35′, vanno sotto 2-0, ma poi sfoderano una rimonta di cuore che porta al pareggio firmato Vidal e Quagliarella. Superato indenne il più grande ostacolo del girone, adesso la strada sembra in discesa per la Vecchia Signora, che ha dimostrato di potersela giocare con chiunque ed ora affronterà due compagini sicuramente inferiori, ovvero Shakthar Donetsk e i danesi del Nordsjaelland, per inseguire l’obiettivo degli ottavi di finale, ampiamente alla portata.
Il Milan, invece, non va oltre lo 0-0 casalingo contro il modesto Anderlecht. Ad una difesa sbadata, che specialmente nel primo tempo soffre le offensive degli ospiti neanche fossero il Barcellona, i rossoneri abbinano un gioco lento e macchinoso, che ovviamente non conduce lontano. L’unica occasione buona capita sulla testa di El Shaarawy, ma il portiere Proto è ottimo nella chiusura per salvaguardare un pareggio che mantiene sulla graticola Massimiliano Allegri. Certo, la dirigenza milanese non è come Zamparini, ma le prossime partite saranno già decisive per valutare il futuro dell’ex tecnico del Cagliari. Gli alibi non mancano, come l’assenza dei giocatori di maggiore qualità (Montolivo e Robinho), ma servono risposte sul campo e soprattutto sul piano del gioco. Che sia 4-3-1-2, 4-2-3-1 o 4-3-3, questo Milan è troppo brutto per essere vero.
Passando ai match del giovedì, da registrare l’ottima partenza del Napoli che, imbottito di riserve, schianta con un secco 4-0 l’Aik al San Paolo. Sugli scudi il giovane Edu Vargas, fino a ieri mistero partenopeo, che stupisce con una tripletta alla prima da titolare in Europa. Dopo il rosso a Hamsik, poi, arriva anche la firma di Dzemaili, per arrotondare un match dominato dalla squadra azzurra. Lanciati in campionato e perfetti in campo internazionale nonostante il turn-over, gli uomini di Mazzarri possono veramente sognare in grande. Attenzione, però, a non trasformare il tutto in un incubo.
Chi invece è ancora alla ricerca della prima gioia stagionale è l’Udinese, estromessa a metà agosto dai gironi di Champions per un rigore maledetto di Maicosuel, partita in sordina in Serie A con un solo punto in tre incontri e fermata sull’1-1 dall’Anzhi davanti al proprio pubblico. In vista del match di domenica contro il Milan, già crocevia per la stagione di entrambe, Guidolin rivoluziona l’undici titolare e i russi, nonostante uno spento Samuel Eto’o, per poco non sbancano il Friuli. Padelli infatti regala il vantaggio a Lacina Traorè, ma Antonio Di Natale, in pieno recupero, evita il ko.
Pareggio in extremis anche per l’Inter, ancora una volta (come i cugini) incapace di vincere a San Siro. Contro il Rubin Kazan si vede una formazione stanca soprattutto in fase difensiva, che regala due gol evitabili (rigore e contropiede) e si salva solo grazie a due magie, prima di Cassano per il primo gol in carriera di Livaja e, al 92′, di Nagatomo, che firma il 2-2 con un sensazionale tiro al volo. Stramaccioni, dopo la convincente dimostrazione di cinismo e tattica offerta domenica a Torino, torna con i piedi per terra: la strada da percorrere verso il rilancio è ancora lunga.
Infine, esce indenne la Lazio da White Hart Lane, casa del Tottenham. I biancocelesti tengono benissimo il campo contro gli Spurs, indemoniati e sfortunati allo stesso tempo. I londinesi, infatti, si vedono annullare ben tre gol (corrette due valutazioni, dubbia la prima), ma alla fine lo 0-0 è il risultato più corretto. Dopo cinque successi di fila, Petkovic non vince ma deve comunque tornare in Italia soddisfatto dei suoi: il 4-5-1 è allo stesso tempo spumeggiante e coriaceo, solo il tempo ci dirà fin dove potranno arrivare Hernanes e compagni. Per ora, un mese da 8 pieno in pagella.
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Foto da: AP/LaPresse
OA | Francesco Caligaris