Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, presente all’evento UEFA ‘Respect Diversity’, ha trattato molti temi come il razzismo, e su come l’Italia come paese dovrebbe prendere spunto dalla Germania, vero esempio sull’argomento:
Sul razzismo:
“E’ un onore per la Juventus e per me parlare di una problematica che ci riguarda tutti, la discriminazione è una situazione complessa: per molti è difficile trovare le soluzioni. Per la Juventus è una sfida da affrontare. A giugno abbiamo giocato un’amichevole con il Real Madrid per raccogliere fondi per bambini disagiati. La lotta alla discriminazione e l’istruzione sono i pilastri di un mondo più felice. Siamo una società di migranti, in tanti si spostano continuamente. In Gran Bretagna da decenni c’è l’arrivo di migranti. Io ho studiato lì e per loro è normale vedere persone di etnie diverse. Invece l’Italia è un paese di recente immigrazione, prima eravamo noi ad emigrare. Il mondo sta cambiando e l’Italia sta diventando multiculturale. L’esempio migliore è il calcio. La Juventus di quest’anno è composta da 8 nazionalità, e quando giocano i tifosi non si preoccupano dell’origine dei calciatori. La Germania campione è composta da giocatori che hanno origini tedesche come Klose”.
Germania come esempio:
“Se l’Italia seguisse l’esempio tedesco ne coglierebbe i frutti sul campo. Si sentono ancora cori razzisti e di discriminazione territoriale. Se si riuscisse ad avere più unità l’Italia potrebbe progredire. La Juventus promuove questo tipo di messaggi. E’ il sesto anno della campagna ‘Un calcio al razzismo’. Crediamo che la migliore promozione dell’integrazione sia l’istruzione. L’altra campagna è ‘Gioca con me': ora è meno comune andare al giardino a giocare, ore le scuole calcio non sono alla portata di tutte le famiglie. E questa iniziativa è per chi non ha i mezzi. In questo modo nasce l’amicizia tra persone di classi ed etnie diverse. Aprendo la mente in età precoce si diventa adulti rispettabili in futuro. Va affrontata qualsiasi tipo di discriminazione. L’integrazione comincia dalle famiglie”.
Sulla collaborazione con Unesco:
“Vorrei nominare anche il progetto che facciamo insieme all’Unesco, i risultati saranno resi noti nel 2015. Vorrei concludere con una citazione: ‘Alla fine anti-neri e anti-donne significa anti-uomo'”.