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Juventus: L'eterna sfida tra Moggi e Galliani.

Creato il 10 aprile 2012 da Crazyideas

Juventus: L'eterna sfida tra Moggi e Galliani.

 

 

Luciano Moggi su Libero si sofferma sulla lotta scudetto e su Scommessopoli:

"La veste del gufo non si addice a Galliani: l'ha indossata con la consapevolezza che fosse la sola strada per tirar su il morale dei suoi, ma di sicuro non l'ha reso elegante. Alla guerra come alla guerra, dicono i francesi, ma preconizzare che alla Juve possa succedere quello che è successo al Milan è molto più che fare l'uccello del malaugurio. La Juve attuale non sta come il Milan, non ha fatto la Champions e non ne subisce i contraccolpi che hanno fiaccato i rossoneri sul piano mentale e fisico. I bianconeri hanno ormai superato il loro periodo di infortuni, il Milan per nulla. Sarebbe facile ironizzare sullo spiegamento propagandistico con cui, a suo tempo, fu presentato Milan Lab, una struttura che ha funzionato poco o nulla. C'è un distacco tra le duellanti più netto di quanto non dica il punto che le divide, evidente il mutamento dei rapporti di forza rispetto ai blocchi di partenza. Appariva sensibile allora l'orga nico più forte del Milan, così come alcune individualità di spicco, lasciando in sostanza alla Juve una prevalenza (solo teorica) di quantità. Trascurabile l'ap porto che avrebbe potuto dare Pirlo, ed è stata invece la grande stagione dell'ex milanista a variare gradatamente quei rapporti di forza. Nessuna difficoltà a dire che sul punto sono calate di molto anche le nostre convinzioni di un Milan che avrebbe potuto vincere con relativa facilità il campionato. Nulla è ancora deciso, come ben sa Conte, mai contendenti li vediamo ora quasi alla pari, non del tutto ovviamente perché è giusto che chi sta avanti abbia qualche chance in più. Riteniamo altresì giusto evidenziare la voglia furiosa di rivincita dei bianconeri rispetto agli anni di difficile risalita dopo Calciopoli, infernale macchinazione che ha colpito fin dall'inizio sempre gli stessi bersagli, capri espiatori da immolare con la pretesa di moralizzare il calcio, con le istituzioni sorde ad ogni verità anche quando essa è stata dimostrata oltre ogni dubbio, per paura di procedere a consequenziali revisioni, scegliendo la strada codarda dell'incompetenza. Ci piace comunque osservare come la verità sia ora chiara anche a chi fortemente ne dubitava, Fulvio Bianchi in Spy Calcio ha parlato del «marcio che sta venendo pericolosamente a galla» nel Calcioscommesse di oggi, sottolineando che in Calciopoli «i soldi non erano mai girati e ora si è scoperto pure che le partite non erano truccate».

Dal nostro punto di vista ci chiediamo se Abete, attestato sempre su posizioni giustizialiste, abbia mai ragionato su questa essenziale considerazione. Il Milan torna in campo già oggi a Verona con l'idea di riprendersi il trono perduto. La Juve gioca invece domani, e così accadrà per altre tre giornate delle sette che restano da disputare, rossoneri cioè in anticipo rispetto alla Juve, e il Milan non è contento. Milanisti nella condizione dello stracciato che viene morso dal cane, tre gli squalificati, Ambrosini, Aquilani e Bonera, che per effetto dei dubbi sulla capacità di scendere in campo da parte di Van Bommel e Seedorf fotografano un centrocampo quasi azzerato. Il Chievo, dal canto suo, ha già superato la soglia salvezza dei 40 punti, ma non vuole fermarsi, sicuramente avversario non facile per il Milan, se sarà ancora corto di fiato e di lucidità. Impegno comunque non facile anche per la Juve, soprattutto se la Lazio sarà quella che ha battuto il Napoli. Ci sembra che il carro bianconero, tenuto con mano ferma, sia in grado di guadagnare altro terreno, anche se la squadra di Reja si è fatta bellicosa, vuole tenere il terzo posto, al quale ambiscono nell'ordine Udinese, Napoli e forse ancora la Roma. Giallorossi con poche speranze nel confronto all'Olimpico con la squadra di Guidolin. Il tempo della verità per il progetto baldiniano era atteso a Lecce ed è miseramente naufragato. Luis Enrique ha le sue colpe ma è capitato in una barca alla deriva, un progetto non si fa con parole ad effetto che possono illudere i tifosi ma che lasciamo poi il tempo che trovano senza la dimostrazione del campo"



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