Incontro il parrucchiere di Antonio Conte, l’attuale allenatore dei bianconeri, in un bar in periferia di Torino.
Chiede di rimanere anonimo, «per motivi deontologici» dichiara volitivo. Non comprendo ma accetto: lo scoop è dietro l’angolo e non voglio perdere l’occasione di vincere – anche quest’anno – il premio Pulitzer.
Siamo a pochi giorni del big match, Juventus e Napoli viaggiano alla stessa velocità, irraggiungibili per gli altri si godono il primato in classifica. Il barbiere di Conte è la gola profonda di casa-Juve.
L’intervisto dopo avergli offerto il secondo grappino, butta giù il superalcolico tutto d’un fiato, si scioglie, inizia a parlare.
D: allora, come sta Conte?
R: Antonio è molto preoccupato, teme di sfigurare col confronto in diretta televisiva mondiale con l’allenatore azzurro.
D: si riferisce ad una possibile sconfitta della sua squadra?
R: ha presente la chioma di Mazzarri? E’ folta, continua, ordinata, senza falle, naturale. Non ha bisogno nemmeno della tintura!
D: quale giocatore del Napoli la Juventus teme di più?
R: ovviamente Cavani. Con quella zazzera che si ritrova mette gli incubi a Conte. L’altro giorno, Antonio venne da me per il controllo semestrale del parrucchino: sul suo tablet scorrevano le immagini del Matador e improvvisamente scoppiò in un pianto isterico: «ma come fa ad avere quella criniera?» urlò sconsolato.
D: va bene, siamo solidali con lui. Mi chiedo: l’allenatore juventino si è ripreso dallo shock-squalifica?
R: all’inizio era sconvolto, poi – a mente fredda – capì che lontano dai riflettori poteva provare una nuova tecnica ancora in fase sperimentale: shrub2.0
D: di cosa si tratta? Un rivoluzionario modulo di gioco? Ci spieghi.
R: è un nuovo shampoo di provenienza cinese. Promette faville ma occorre superare un periodo critico che può durare anche dieci mesi durante i quali i capelli cambiano colore svariate volte in un giorno. Chi resiste, poi si ritrova un cespuglio in testa! Antonio ha aderito, la fase di test terminerà a fine novembre. Lui è un perfezionista: vuole rientrare al top della forma per presentarsi in tv ordinato e pettinato.
D: certo che questo uomo è tormentato dai capelli. Ma non pensa ad altro, possibile?
R: ultimamente sta mostrando segni di interesse anche per la barba. Non escludo che in futuro vedrete un Conte barbuto e riccioluto.
D: ma torniamo alla partita di sabato: quale strategia pensa di applicare Conte per fermare gli inserimenti di Hamsik?
R: le confido un segreto: Conte è ossessionato da Marek. Lo bombarda di sms: vuole sapere ad ogni costo quale gelatina usa. Per lui lo slovacco è un incubo: un giorno mi implorò di plasmare il parrucchino con la cresta di Hamsik. Riuscii a convincerlo a desistere solo telefonando a Lapo Elkann.
D: basta! Sono sfinito, possiamo parlare di calcio per favore? Allora, quale è l’allenatore mito di Antonio Conte?
R: Fabio Capello.
A quest’ultima risposta mi alzo di scatto dalla sedia, con una calma olimpica apro lo zaino che mi porto sempre dietro quando intervisto «mostri&simili», estraggo un ramo di ulivo, inspiro e respiro, sorrido gentile e porgo il sentito dono al parrucchiere.
Poi, completamente spettinato, scappo via e mi ritiro dal mio barbiere a riflettere se mandare in onda questa insolita intervista.
A voi il giudizio.
MMo