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Juventus-Napoli, parla il parrucchiere di Conte

Creato il 17 ottobre 2012 da Webmonster @mariomonfrecola

Incontro il parrucchiere di Antonio Conte, l’attuale allenatore dei bianconeri, in un bar in periferia di Torino.

Chiede di rimanere anonimo, «per motivi deontologici» dichiara volitivo. Non comprendo ma accetto: lo scoop è dietro l’angolo e non voglio perdere l’occasione di vincere – anche quest’anno – il premio Pulitzer.

Siamo a pochi giorni del big match, Juventus e Napoli viaggiano alla stessa velocità, irraggiungibili per gli altri si godono il primato in classifica. Il barbiere di Conte è la gola profonda di casa-Juve.

L’intervisto dopo avergli offerto il secondo grappino, butta giù il superalcolico tutto d’un fiato, si scioglie, inizia a parlare.

 

Mazzarri o Conte?

 

D: allora, come sta Conte?
R: Antonio è molto preoccupato, teme di sfigurare col confronto in diretta televisiva mondiale con l’allenatore azzurro.

D: si riferisce ad una possibile sconfitta della sua squadra?
R: ha presente la chioma di Mazzarri? E’ folta, continua, ordinata, senza falle, naturale. Non ha bisogno nemmeno della tintura!

D: quale giocatore del Napoli la Juventus teme di più?
R: ovviamente Cavani. Con quella zazzera che si ritrova mette gli incubi a Conte. L’altro giorno, Antonio venne da me per il controllo semestrale del parrucchino: sul suo tablet scorrevano le immagini del Matador e improvvisamente scoppiò in un pianto isterico: «ma come fa ad avere quella criniera?» urlò sconsolato.

D: va bene, siamo solidali con lui. Mi chiedo: l’allenatore juventino si è ripreso dallo shock-squalifica?
R: all’inizio era sconvolto, poi – a mente fredda – capì che lontano dai riflettori poteva provare una nuova tecnica ancora in fase sperimentale: shrub2.0

D: di cosa si tratta? Un rivoluzionario modulo di gioco? Ci spieghi.
R: è un nuovo shampoo di provenienza cinese. Promette faville ma occorre superare un periodo critico che può durare anche dieci mesi durante i quali i capelli cambiano colore svariate volte in un giorno. Chi resiste, poi si ritrova un cespuglio in testa! Antonio ha aderito, la fase di test terminerà a fine novembre. Lui è un perfezionista: vuole rientrare al top della forma per presentarsi in tv ordinato e pettinato.

D: certo che questo uomo è tormentato dai capelli. Ma non pensa ad altro, possibile?
R: ultimamente sta mostrando segni di interesse anche per la barba. Non escludo che in futuro vedrete un Conte barbuto e riccioluto.

D: ma torniamo alla partita di sabato: quale strategia pensa di applicare Conte per fermare gli inserimenti di Hamsik?
R: le confido un segreto: Conte è ossessionato da Marek. Lo bombarda di sms: vuole sapere ad ogni costo quale gelatina usa. Per lui lo slovacco è un incubo: un giorno mi implorò di plasmare il parrucchino con la cresta di Hamsik. Riuscii a convincerlo a desistere solo telefonando a Lapo Elkann.

D: basta! Sono sfinito, possiamo parlare di calcio per favore? Allora, quale è l’allenatore mito di Antonio Conte?
R: Fabio Capello.

A quest’ultima risposta mi alzo di scatto dalla sedia, con una calma olimpica apro lo zaino che mi porto sempre dietro quando intervisto «mostri&simili», estraggo un ramo di ulivo, inspiro e respiro, sorrido gentile e porgo il sentito dono al parrucchiere.

Poi, completamente spettinato, scappo via e mi ritiro dal mio barbiere a riflettere se mandare in onda questa insolita intervista.
A voi il giudizio.

MMo


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