9 accampamenti, o meglio 9 terribili e insidiosissime tappe che alla fine potranno condurre alla gloria, all’orgoglio, al riscatto di un intero Popolo, di una grandissima nazione come l’Italia.
E’ anche questo ciò che quest’anno presenta con grande fierezza la VI edizione del “Roma Fiction Fest”, in uno straordinario ambiente tinto di rosso vermiglio, come quello della magica Sala Sinopoli dell’Auditorium, dove è presente in prima linea l’eccellente cast di questo epico lungometraggio suddiviso in due puntate, trasmesso prossimamente come sicuro successo televisivo su Rai Uno entro la fine dell’anno.
Una storia toccante e commovente, targata Robert Dornhelm, in co-produzione tra Red Film e Terra Film Group, che ripercorre le vicende dei 12 coraggiosi ed intrepidi alpinisti italiani che il 31 luglio del 1954, dopo più di tre mesi di impavido lavoro e di grande tenacia, hanno regalato al nostro Paese una luminosissima stella tra gli astri delle leggendarie imprese del XX secolo.
“Abbiamo bisogno di coraggio. Ci serve un sogno Presidente!”. Sono queste le parole con cui il geologo Ardito Desio – interpretato da un agguerrito e militaresco Giuseppe Cederna – si rivolge all’allora Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi, presentando un grandioso progetto, quello della scalata del K2, con cui gli Italiani, usciti devastati e fors’anche piuttosto umiliati dalla guerra, potrebbero adesso risorgere dalle ceneri a testa alta dimostrando a tutto il mondo, perfino agli amici Americani che hanno precedentemente fallito nella impresa, tutto il proprio valore di una grandissima nazione che non ci sta ad essere etichettata agli occhi degli altri come voltagabbana a tradimento.
Ed è proprio sull’onda dell’entusiasmo, dell’amor di patria e soprattutto del coraggio che si verranno ad intrecciare le vite “dei campioni che fecero l’impresa”; ovverosia di Lino Lacedelli (Michele Alhaique), Achille Compagnoni (Massimo Poggio), Mario Puchoz (Giorgio Lupano) e più che mai di Walter Bonatti, considerato uno degli alpinisti più abili dell’epoca, che in questa pagina storica da piccolo schermo viene interpretato da un Marco Bocci che mette semplicemente i brividi.
Si’, perché nella pellicola il giovane attore fa veramente di tutto : lavora per il gruppo, fatica, aiuta, sale e riscende per il K2 come se per lui fosse ordinaria amministrazione, si sacrifica, sputa sangue, quasi fosse fatto di ferro, senza dimenticare di emozionare il Pubblico, che in Sala, all’anteprima nazionale del “Roma Fiction Fest”, alla vista delle parole “Bivacco Bonatti- Madhi, 7000 metri di altezza”, è tutto per lui.
Walter Bonatti è anche la voce narrante fuori campo della storia, con la sua penna ed il suo diario, ma in particolare è la spina dorsale di questo piccolo esercito di alpinisti. Come ha stabilito la celebre sentenza della Corte di Cassazione nel 2006, a cui giustamente la fiction si è voluta ispirare, se Lacedelli e Compagnoni sono arrivati da soli sulla vetta, ad 8611 metri di altitudine, è stato soprattutto grazie all’eroico sforzo del furente Bonatti, che da giovane testa calda e simpatico donnaiolo come ci viene presentato all’inizio dell’opera, concluderà la stessa come una vera e propria leggenda vivente, divenuto oramai forte, cosciente e maturo.
E nonostante le paure, le tremende difficoltà, i momenti di tensione tra i compagni e le austerità del temibile Karakorum, come viene chiamata la montagna del K2 in Pakistano, l’obiettivo è raggiunto e la Storia, come tutti al mondo la conosciamo, è compiuta : sui versanti della Montagna v’è il sangue ed il sudore italiano, sulla sua cima vi è alto il bellissimo Tricolore.
Cosa dire dunque. Questa è la storia dell’alpinismo italiano, dei nostri coraggiosi e fantastici ragazzi, di lavoro di squadra e di amicizia, dello spirito e della dignità di un Popolo. Uno straordinario docu-film che attende solamente di essere visto da tutto il Bel Paese.
Voto? 10, senza alcun ripensamento.