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Kabore nuovo presidente del Burkina Faso parla di svolta democratica ma per alcuni resta figura controversa

Creato il 02 dicembre 2015 da Marianna06

Roch-Marc-Christian-Kabore

Kabore ha vinto. Ha vinto le elezioni in Burkina Faso con il 53, 5% di voti contro il suo avversario,  Zephirin Diabre, che ha riportato invece soltanto il 21,6%.

Pertanto niente necessità di ballottaggio per la Commissione nazionale indipendente (Ceni).

Roch Marc Christian Kabore, protagonista delle prime elezioni "libere" del "Paese degli uomini integri" è banchiere di formazione (si legge nelle sue note biografiche), ex-primo ministro del discutibile governo del  presidente Blaise Campaoré, che pare risieda al momento in Costa d'Avorio, ed è anche  fondatore del partito "Movimento per il progresso del popolo" (Mpp), dopo essere uscito , appena lo scorso anno (2014), dal partito di potere ossia il "Congresso per la democrazia e il progresso".

Piace alla maggioranza dei burkinabé, almeno a quelli che lo hanno votato, e ha promesso non solo una svolta democratica al Paese ma, sopratutto, discreti miglioramenti per la società civile  con l'obiettivo prioritario di combattere la disoccupazione giovanile dilagante e migliorare il sistema sanitario.

Quest'ultimo,infatti,dovrà garantire assistenza e cure  in particolare ai bambini al di sotto dei cinque anni di età.

Parole? Chissà.

Si vedrà se alle buone intenzioni e/o alle promesse elettorali, seguiranno i fatti.

Fatti di cui il Burkina Faso, specie negli strati più poveri della popolazione ha proprio un grande bisogno.

Accanto ai sostenitori di Kabore ci sono però anche  i detrattori.

E sono coloro che non gli credono, ritenendolo semplicemente un opportunista.

Gli si imputa d'aver saputo scegliere il momento giusto per cavalcare la "tigre" del successo elettorale.

E, cosa peggiore, sempre gli stessi temono, dopo l'euforia iniziale, un inevitabile ritorno al passato.

Non hanno dimenticato affatto il suo ruolo di  consigliere fidato del dittatore Campaoré, che ha tenuto in scacco il Paese per ben 27 anni.

                     a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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