Magazine Diario personale

KABUL...3^ parte "Un inferno per tornare a vivere".

Da Posacostantino
KABUL...3^ parte inferno tornare vivere Lei era bella come il sole d’agosto. Capelli biondi, occhi azzurri. L’ho conosciuta in quel parco in una mattina d’aprile. Seduto su quella panca, come tante altre mattine, tra il verde e i raggi di un sole che a tratti sfioravano. Ero lì che scrivevo, un’atmosfera idilliaca per i miei versi. Solo il vento, un leggerissimo vento intonava il sottofondo dei miei pensieri. Ogni ramo, ogni foglia, come un’orchestra, accompagnavano le mie parole, guidando la mia mano, senza strappi, quasi a sfogliare le tantissime pagine delle mie sensazioni. Lei passò di corsa, come tutte le mattine, Lei ripassò e sorrise, mentre scrivevo di un tempo di un altro tempo. Solo quando alzai il capo mi aveva sorriso, mi aveva distratto ed io pensai: come era bella. La seguii con la mente, ma lei per un po’ non passò più, così ripresi a scrivere. Le mie parole ripresero a correre. Le mie di tante emozioni tradite, calpestate da tante follie. Avevo riempito il web di tante mie parole poesie parlavano dell’amore, del dolore,  dei battiti del cuore. Urlavano al mondo, la rabbia. Quanti concorsi, quante antologie parlavano anche di me. Ma quel giorno d’aprile il silenzio parlava soltanto di lei. E’ strano, mentre scrivevo era come se m’ispiravo a quel suo sorriso. Non era la prima volta, l’avevo già vista con la sua amica, ogni mattina passava di lì, lungo il percorso battuto da tanti fondisti. Era il posto ideale per fare footingh. Anche il rumore di quei passi era come il ticchettio del passare del tempo. Dettava il ritmo di tanti pensieri. Poi il silenzio era il momento in cui raccoglievo il senso di tante sensazioni per riportarle sulle pagine delle emozioni. I versi più belli nascevano sempre nel momento più intenso di ogni silenzio. Fu proprio il quel momento che sentii le sue prime parole:-“posso? Posso sedermi?sono un po’ stanca. Oggi è il primo giorno che corro da sola, senza la mia amica. Forse ho un po’ esagerato. Ho tirato un po’ più del solito. Ho bisogno di prendere fiato. Riuscii solo a dire:-“prego”.

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