Kano – C’era una volta la discomusic 23

Creato il 30 giugno 2012 da Marvigar4

   Chi a suo tempo è stato un appassionato spettatore della serie televisiva Spazio 1999 ricorda il personaggio di Kano, l’ingegnere informatico di origine africana della base lunare Alpha. Pare che il nome del progetto musicale formatosi nel 1979 su iniziativa di Matteo Bonsanto, Luciano Ninzatti e Stefano Pulga sia stato ispirato proprio dal personaggio di Spazio 1999. Kano si può dire rappresenti l’origine della cosiddetta Italo disco, la discomusic prodotta in Italia sul finire degli anni ’70 e inizi anni ’80, che tanto ebbe successo nel mondo per la sua particolare sonorità. Il progetto Kano debuttò sul finire del 1979 con il singolo I’m ready e il mix funky, disco, elettronica piacque molto nelle discoteche e nelle radio diventando ben presto una hit da oltre un milione di copie (raggiunse la 21ª posizione della classifica americana Hot R&B. I’m ready era arrangiato da Stefano Pulga e Luciano Ninzatti, ai sintetizzatori c’era lo stesso Pulga, alle chitarre Luciano Ninzatti, al basso Pier Michelatti, alla batteria Tullio De Piscopo, cori di Lalla e Eloisa Francia, ingegnere del suono e mixer di Bruno Malasoma. Oltre a I’m ready Kano realizzarono altri brani come It’s a War, Ahjia, Now Baby Now e Cosmic Voyager che finirono nel primo album Kano del 1980. L’album seguente del 1981 New York Cake aveva dei pezzi che ottennero un buon riscontro come Can’t Hold Back Your Lovin’ (a mio modo di vedere il migliore) e Baby Not Tonight, il cantante leader stavolta aveva un nome e cognome, trattandosi del corista americano Glen White. Nel 1983 il singolo Another Life, che farà parte dell’omonimo album, riscosse un certo consenso in Europa, anche se si trattò dell’ultimo vero prodotto dei Kano. In seguito fu pubblicato un Greatest Hitsnel 1990, ma il progetto si era ormai sciolto. Da sottolineare che I’m ready, il singolo più noto dei Kano, è stato agli inizi degli anni ’80 uno dei brani che ha dato l’avvio alla breakdance, diventando un classico per il movimento Hip hop.

© Marco Vignolo Gargini



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