Aveva capito un sacco di cose. Il problema è che quando lo leggi nei libri è una palla incredibile.Ai tempi del liceo l'ho odiato(lui come tanti altri). Kant,con le sue categorie e critiche varie mi ha rovinato pomeriggi interi e a volte anche i dopocena....insomma, senza farla troppo lunga, il concetto base è che ognuno interpreta la realtà a modo suo e la percezione oggettiva delle cose non ce la possiamo avere. Perchè? Perchè tutto quello che vediamo, tutto, tutto quello che ci accade, tutto quello che conosciamo, lo filtriamo attarverso il nostro personalissimo modo di essere. Noi facciamo esperienza della vita e delle cose, ma la realtà non la conosceremo MAI. E non mi si chiami in causa Galileo e il metodo scientifico perchè, alla luce delle nuove teorie della fisica, decade irrimediabilmente. Il fatto che la scienza sia arrivata anche solo a porsi il problema che, quando si va nell'infinitamente piccolo, i risultati dell'esperimento sono legati alla presenza di un osservatore cosciente, dovrebbe far pensare. Il mio caro, carissimo e mai abbastanza amato Jung, dice la stessa cosa. Tutto quello che ci arriva dal mondo fisico è una proiezione, un'immagine, un riflesso della realtà, filtrato dal nostro occhio irrimediabilmente legato alla nostra mente, irrimediabilmente condizionata dalla nostre esperienze passate ecc ecc... .Che fare? Rendersi conto non a livello teorico ma con un'esperienza reale della verità di queste cose sarebbe già un balzo nella direzione di quella che il mio amico Jung chiama individuazione.Basterebbe chiedersi ogni tanto: ma ci sono o ci faccio?Io me lo chiedo. La risposta è deprimente, ma almeno ne ho la consapevolezza: nove volte su dieci ci faccio, me ne accorgo, prendo atto e vado a cuccia....!!!
Aveva capito un sacco di cose. Il problema è che quando lo leggi nei libri è una palla incredibile.Ai tempi del liceo l'ho odiato(lui come tanti altri). Kant,con le sue categorie e critiche varie mi ha rovinato pomeriggi interi e a volte anche i dopocena....insomma, senza farla troppo lunga, il concetto base è che ognuno interpreta la realtà a modo suo e la percezione oggettiva delle cose non ce la possiamo avere. Perchè? Perchè tutto quello che vediamo, tutto, tutto quello che ci accade, tutto quello che conosciamo, lo filtriamo attarverso il nostro personalissimo modo di essere. Noi facciamo esperienza della vita e delle cose, ma la realtà non la conosceremo MAI. E non mi si chiami in causa Galileo e il metodo scientifico perchè, alla luce delle nuove teorie della fisica, decade irrimediabilmente. Il fatto che la scienza sia arrivata anche solo a porsi il problema che, quando si va nell'infinitamente piccolo, i risultati dell'esperimento sono legati alla presenza di un osservatore cosciente, dovrebbe far pensare. Il mio caro, carissimo e mai abbastanza amato Jung, dice la stessa cosa. Tutto quello che ci arriva dal mondo fisico è una proiezione, un'immagine, un riflesso della realtà, filtrato dal nostro occhio irrimediabilmente legato alla nostra mente, irrimediabilmente condizionata dalla nostre esperienze passate ecc ecc... .Che fare? Rendersi conto non a livello teorico ma con un'esperienza reale della verità di queste cose sarebbe già un balzo nella direzione di quella che il mio amico Jung chiama individuazione.Basterebbe chiedersi ogni tanto: ma ci sono o ci faccio?Io me lo chiedo. La risposta è deprimente, ma almeno ne ho la consapevolezza: nove volte su dieci ci faccio, me ne accorgo, prendo atto e vado a cuccia....!!!
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