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kapriko

Da Great
kapriko
Di Creta come meta turistica non intendo parlare. Chi ci è stato sa già! E a chi non c’è stato, qualsiasi cosa io dica, non sarà mai sufficiente.Mi soffermo invece per dire qualcosa sulla alimentazione cretese, la quale, dopo numerose ricerche scientifiche, si dimostra una delle più salutari del mondo. Basata sulle centinaia di erbe e piante che vi crescono e costituiscono alimento quotidiano, sull’olio di oliva, sul pesce, sulla carne, sui formaggi, sui legumi, sugli ortaggi, sulla frutta, sul vino.
Bisogna anche dire che è un’isola che offre tanto. Mare, montagne e pianure, abbinati a un clima favorevole, assicurano una varietà di alimenti che difficilmente si trova altrove.
I cretesi sono tanto affezionati quanto orgogliosi della loro alimentazione, che spero riescano a preservare e diffondere largamente. Merita. Buona, saporita, salutare.
Cosa si può chiedere di più?
kapriko
La ricetta di oggi è tradizionale di Chanià.Il suo nome deriva da “kapros” che è il maiale maschio. E’ un modo di preparazione nato per necessità, quando le distanze erano lunghe da percorrere e il cibo che accompagnava il viaggiatore doveva conservarsi per alcuni giorni.
Dalla coscia o spalla del suino, si tagliavano delle fette grosse e vi si spargeva del sale. Si lasciavano per alcune ore, dopodichè si cuocevano al forno. Una volta cotte, si avvolgevano nelle foglie di limone, che gli conferivano il loro profumo.
Non è facile per noi trovare le foglie di limone, anche se devo dire dalle parti della mia mamma, ad Atene, le strade sono piene di limoni. Una meraviglia. Ma quando sono in Grecia, non cucino. Preferisco mangiare fuori, sia per il diletto, sia per capire le tendenze della cucina greca.
Info sull’origine della ricetta prese qui.
Ispirata da proposta di Elias Skoulas.Ingredienti:
-   2 kg. lonza di maiale
-   le scorze di 4 - 5 limoni non trattati
-   5 – 6 spicchi di aglio
-   fior di sale
-   1 tazzina da caffè di olio evo
-   1 bicchiere di vino bianco secco
Procedimento:
Con un coltello affilato facciamo dei buchi nella carne e vi infiliamo gli spicchi di aglio avvolti nel sale.
Avvolgiamo la carne nelle scorze di limone (nel caso fissiamo con lo spago da cucina) e la mettiamo in una pirofila. Versiamo sopra l’olio e 2 bicchieri di acqua.
Inforniamo e cuociamo per 2 ½ ore a 170 gradi.
Lasciamo raffreddare la carne, toglilamo le scorze  e la tagliamo a fette nello spessore di mezzo cm.
Deglassiamo il fondo di cottura con un bicchiere di vino bianco e serviamo con la carne.
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