Ko significa espirare, Kyu significa inspirare. Come be sai tutti gli esseri viventi incanalano ossigeno ed espellono anidride carbonica. Quest’azione si chiama semplicemente respirazione, nella cultura giapponese detta “kokyu”.
Il buon karateka deve acquisire pieno controllo naturale di questo sesto elemento, che dev’essere lento, lungo, profondo e naturale.
La respirazione a livello addominale, dove risiede il centro dell’energia vitale (il noto “ki”) dev’essere imperturbabile, con la bocca quasi completamente chiusa, i molari leggermente serrati, la lingua in contatto con il palato. Durante un kata bisogna prestare molta attenzione alla padronanza del kokyu. Esso non è solo un gesto meccanico atto a rinnovare l’aria dei polmoni, rigettando le impurità. Occorre avere coscienza di riempirsi di un Ki puro, lasciarlo scorrere liberamente in ogni parte del corpo e farlo uscire con potenza durante la conclusione di una tecnica. Questo irradiamento costante del Ki è il modo migliore per eseguire qualsiasi kata.
Il controllo del respiro è assai utile anche nella vita quotidiana, quando stai in piedi, cammini, lavori, riposi. Per ottenere la padronanza di questo elemento, l’esercizio costante è molto importante. Spesso ci dimentichiamo il modo in cui respiriamo, dandolo per scontato. Per un budoka invece, è necessario bisogna far penetrare nel corpo un kokyu giusto, esercitandosi continuamente al fine di applicare con facilità il giusto respiro durante un kata.
E tu, come praticante di karate o altra disciplina del modo, riesci con naturalezza a controllare il respiro… o ti stai ancora esercitando?
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