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Karatedo (14): gioca sul falso e sul vero

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 16 aprile 2013  Autore: Stefano Bresciani

“L’abile guerriero non va, ma lascia venire il nemico”. (Sun Tzu, l’arte della guerra)

Lasciando che sia il nemico a muoversi, l’abile comandante dovrà attendere e conservare l’energia delle proprie truppe: non procedendo contro il nemico, sarà impossibile stancarsi. Lo spunto alla base di tale considerazione è suggerito dal commentatore Zhang Yu,

“la forza di chi muove all’attacco diventa vuota, la forza di chi non muove si mantiene piena. Questa è l’arte di rendere vuoto il nemico mantenendo pieno te stesso”.

Si tratta di affermazioni estremamente logiche, apparentemente banali, ma che, proprio per la loro semplicità, assumono una forza e una coerenza indiscutibili, risultando applicabili a diversi contesti della vita quotidiana.

Anche in questo 14° principio enunciato dal M° di karate-do Gichin Funakoshi, possiamo riscontrare aspetti in comune con la strategia militare elaborata dal celebre Sun-Tzu.  Così come l’abile comandante guida le sue truppe attendendo i movimenti dell’esercito nemico, per rafforzarsi logorando contemporaneamente il nemico stesso, l’abile guerriero o artista marziale non deve agire per primo ma bensì lasciar venire l’avversario, facendogli fare la prima mossa (inducendolo a farla “falsa”) in modo da potere adeguare a questa mossa le proprie azioni successive.

Questo principio altro non è che l’espressione del famoso principio presente in tutte le arti marziali nipponiche: mai attaccare per primi, bensì attendere l’azione avanzante dell’avversario, per poi rivolgergliela contro.

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