Tutte le arti marziali hanno delle caratteristiche posizioni di guardia (dette “kamae”), compreso il Karate-do. Nello studio di quest’ultima disciplina, per esempio, è necessario apprendere diverse guardie, sin dall’inizio. Tuttavia, concentrarsi esclusivamente su di esse potrebbe diventare un ostacolo all’apprendimento libero ed è per questo che il M° Funakoshi ha enunciato questo 17° prinicipio.
Il buon karateka deve associare la pratica “codificata” con il sesto principio (liberare la mente) e fare in modo di non fossilizzarsi né sull’eccessiva formalità di esecuzione né tantomeno su una libera interpretazione dei movimenti e quindi anche delle posizioni di guardia.
È proprio la mente stessa a portar fuori strada la mente;
nella mente, non essere senza mente (ndr: distratto)
(Takuan Soho, La mente senza catene)
In altre parole, il praticante deve stare sempre in guardia da se stesso, evitando di concentrarsi esclusivamente sulla “guardia mentale” (=meccanica, bloccata) ma lavorando su quella fisica. Quando si raggiunge un’adeguata consapevolezza non c’è più alcun bisogno di prepararsi mentalmente o di pianificare risposte/parate ai vari attacchi del compagno di pratica.
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