Resoconto della prima serata Karel Music Expò 2013 giovedì 3 ottobre 2013, Quartiere Castello, Cagliari
Promossa la prima serata al Karel Music Expò, molto minimale nonostante la sua abbondanza, ma che ha diversi spunti interessanti.
Bellissime le location, dalla scalinata del Libarium al Teatro Civico di Castello, il più bello di Cagliari.
Apre le danze Dainocova, nello splendore della Piazza del Libarium, con sfondo il panorama di Cagliari e tutto intorno palazzine e gradinate storiche.
Con le sue canzoni di stampo cantautorale che convincono ogni volta di più, presenta sia il vecchio lavoro, sia il disco nuovo che prenderà vita a breve per la appena nata etichetta Hopetone Records.
Il suo chitarrismo molto vario ed incisivo rende unico il suo stile e la ritmica di una scarna batteria colorano i pezzi in maniera sempre personale. “Perso in campagna”, “Sirene e acciughe”, “Occhi da minatore”, “Fuga da scuola”, “Stessa compagnia” e altre, rendono piacevole questo inizio di festival.
Nemmeno il tempo di spostarmi al bellissimo Teatro che i Pan Del Diavolo hanno già iniziato il loro set esplosivo nel main stage. I due rocker eseguono brani sia dal precedente “Sono all’Osso” che da “Piombo, Polvere e Carbone”.
Spaccano veramente. Il loro set, fatto di pochi strumenti, potrebbe incendiare un teatro che però purtroppo, per sua conformazione, costringe i tanti presenti a stare incollati alle sedie. Tant’è, i due macinano i loro cavalli di battaglia con una furia e una facilità esecutiva notevole.
Non riesco a vedere Gionata Mirai, nell’acustic room. E dopo qualche attesa sale sul palco del main stage Mister Robyn Hitchcock. Un signore, che fondò i Soft Boys a fine ‘70. Già l’aspetto è di un uomo vissuto a rock e poco altro.
Imbraccia la sua chitarra acustica e penso già che sarà un pacco..perché ok, puoi essere bravo quanto mai, ma farti un oretta di concerto da solo con la tua chitarrina acustica, soprattutto dopo che è passato il terremoto sonoro dei Pan del Diavolo, può essere critico.
Ma Mister Hitchcock incanta, la sua chitarrina diventa uno strumento dolcissimo, variegato, che rilassa, emoziona, incuriosisce, stupisce anche per la delicatezza ed insieme la potenza che “esprime”.
Perché è quello soprattutto. quella chitarra esprime tanto. Hitchcock prova a dire qualcosa in italiano, maldestramente, ma non importa, lui è qui per saltellare con le sue canzoni da Bob Dylan a Syd Barrett, è li per fare folk, per trasformarlo in rock, è li per incantare.
Arthur Yoria lo vedo per pochi attimi, mi sposto tra le bancarelle delle degustazioni, poi rientro in teatro, indeciso se restare o andare via, ma vengo travolto dalla rappresentazione della Morte di Artaud che si svolge tra poche luci nel palco sempre del main stage.
Bella rassegna, sperando che il tempo regga, andiamo a vedere la seconda giornata.
Written by Daniele Mei
Photo by Emiliano Cocco