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La seconda vita di Karl Marx diMarcello Mustoda l'Unità, 24/6/2012
Nuovi manoscritti smontano dogmatismi antichi e offrono analisi attuali sulla crisi. Dopo anni di lodi sperticate alla logica di mercato, è molto utile analizzare la sua opera e i suoi appunti
Se la perpetua giovinezza di un autore sta nella sua capacità di riuscire a stimolare sempre nuove idee, si può allora affermare che Karl Marx possiede, senz’altro, questa virtù.
Nonostante, dopo la caduta del Muro di Berlino, conservatori e progressisti, liberali ed ex-comunisti, ne avessero decretato, quasi all’unanimità, la definitiva scomparsa, con una velocità per molti versi sorprendente, le sue teorie sono ritornate di grande attualità. Di fronte alla recente crisi economica e alle profonde contraddizioni che dilaniano la società capitalistica, si è ripreso a interrogare il pensatore frettolosamente messo da parte dopo il 1989 e, negli ultimi anni, centinaia di quotidiani, periodici, emittenti televisive e radiofoniche, di tutto il mondo, hanno celebrato le analisi contenute ne Il capitale.
Nuovi sentieri per la ricerca Questa riscoperta è accompagnata, sul fronte accademico, dal proseguimento della nuova edizione storico-critica delle opere complete di Marx ed Engels, la MEGA². In essa, le numerose opere incompiute di Marx sono state ripubblicate rispettando lo stato originario dei manoscritti e non, come avvenuto in precedenza, sulla base degli interventi redazionali cui essi furono sottoposti. Grazie a questa importante novità e tramite la stampa dei quaderni di appunti di Marx (precedentemente quasi del tutto sconosciuti), emerge un pensatore per molti versi differente da quello rappresentato da tanti avversari e presunti seguaci. Alla statua dal profilo granitico che, nelle piazze di Mosca e Pechino, indicava il sol dell’avvenire con certezza dogmatica, si sostituisce l’immagine di un autore fortemente autocritico che, nel corso della sua esistenza, lasciò incompleta una parte significativa delle opere che si era proposto di scrivere, perché sentì l’esigenza di dedicare le sue energie a studi ulteriori che verificassero la validità delle proprie tesi.
Diverse interpretazioni consolidate dell’opera di Marx vengono, così, rimesse in discussione. Le cento pagine iniziali de L’ideologia tedesca (testo molto dibattuto nel Novecento e da tutti considerato pressoché terminato) sono state pubblicate, per la prima volta, in ordine cronologico e nella veste originaria di sette frammenti separati. Si è scoperto che essi erano degli scarti delle sezioni, del libro in cantiere, dedicate agli esponenti della Sinistra hegeliana Bauer e Stirner. La prima edizione del testo, stampata a Mosca nel 1932, ma anche le numerose e successive versioni, che non ne variarono di molto la sostanza, crearono, invece, l’errata impressione che il cosiddetto “capitolo su Feuerbach” rappresentasse la parte principale del libro scritto da un Giano bifronte (Marx ed Engels), nel quale – secondo gli studiosi sovietici – erano state esposte esaustivamente le leggi del materialismo storico (espressione, per altro, mai utilizzata da Marx), o – secondo il marxista francese Althusser – era stata partorita niente meno che “una rottura epistemologica senza equivoci, chiaramente presente nell’opera di Marx”.Ulteriore motivo di interesse di questa edizione è l’avanzamento nella distinzione tra la concezione di Marx e quella di Engels. Passaggi precedentemente considerati del tutto unitari vengono letti in modo differente. La frase, oggetto di critiche feroci e difese ideologiche, ritenuta da diversi autori come una delle principali descrizioni della società post-capitalistica secondo Marx (“la società comunista […] regola la produzione in generale e […] mi rende possibile il fare oggi questa cosa, domani quell’altra; la mattina andare a caccia, il pomeriggio pescare, la sera allevare il bestiame, dopo pranzo criticare”), fu, in realtà, opera del solo Engels (ancora influenzato dalle idee degli utopisti francesi) e del tutto respinta dal suo amico più caro.
Le acquisizioni filologiche della MEGA² hanno prodotto risultati di rilievo anche rispetto al magnum opus di Marx. Nel corso dell’ultimo decennio sono stati pubblicati quattro nuovi volumi, contenenti tutte le bozze mancanti dei Libri Secondo e Terzo de Il capitale – lasciati, com’è noto, da lui incompleti. La stampa di questi testi consente di ricostruire l’intero processo di selezione e composizione dei manoscritti marxiani svolto da Engels (i suoi interventi ammontano a diverse migliaia – cifra inimmaginabile fino a pochi anni fa), nel lungo arco di tempo compreso tra il 1883 e il 1894. Oggi si può valutare, dunque, dove egli apportò consistenti modifiche e dove, invece, rispettò più fedelmente il testo di Marx che pure, occorre affermarlo con chiarezza, non rappresenta affatto l’approdo finale della sua ricerca (incluse le pagine sulla celebre Legge della caduta tendenziale del saggio di profitto).
Non solo un classico Credere di poter relegare Marx alla funzione di classico imbalsamato, al campo degli specialismi dell’accademia, costituirebbe, però, un errore pari a quello commesso da coloro che lo trasformarono nella fonte dottrinaria del “socialismo reale”. Le sue analisi sono più attuali che mai. Quando Marx scrisse Il capitale, il modo di produzione capitalistico era ancora in una fase iniziale del proprio sviluppo. Oggi, in seguito al crollo dell’Unione Sovietica e alla sua espansione geografica in nuove aree del pianeta (in primis la Cina), esso è divenuto un sistema compiutamente globale – che invade e condiziona tutti gli aspetti (non solo quelli economici) della vita degli esseri umani – e le riflessioni di Marx si rivelano più feconde di quanto non lo fossero al suo tempo.
Dopo vent’anni di lodi incondizionate alla società di mercato, pensieri deboli subalterni e vacuità post-moderne, poter ritornare a guardare l’orizzonte sulle spalle di un gigante come Marx è una notizia positiva per tutti quelli che sono impegnati nella ricerca, politica e teorica, di un’alternativa democratica al capitalismo.
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La Mega 2
La nuova edizione tedesca (Marx-Engels Gesamtausgabe) si articola in quattro sezioni: la prima comprende le opere e gli articoli; la seconda Il capitale e tutti i suoi manoscritti preparatori; la terza l’epistolario; e la quarta i quaderni di estratti. Dei 114 volumi previsti, ad oggi ne sono stati pubblicati 58 (18 dalla ripresa avvenuta nel 1998), ognuno dei quali comprende un amplio apparato critico.
La traduzione italiana (Marx Engels Opere Editori Riuniti), iniziata nel 1972 e basata sull’edizione tedesca del 1956-68, venne interrotta nel 1990, quando erano stati dati alle stampe solo 32 dei 50 volumi programmati. Di recente le case editrici Edizioni Lotta Comunista e La Città del Sole hanno pubblicato alcuni dei 18 tomi rimanenti.
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