TITOLO: La collana della duchessa
AUTRICE: Kat Martin
TITOLO ORIGINALE The Handmaiden’s Necklace
USCITA ITALIANA: GRS Special 72, maggio 2007
GIUDIZIO PERSONALE
Inghilterra, 1806
Quando Rafael Saunder, Duca di Sheffield, si ritrova di fronte Danielle Duval, la fidanzata che aveva amato alla follia e che però l’aveva tradito a pochi giorni dale nozze, il sentimento che credeva ormai spento da tempo torna prepotentemente alla ribalta. Non riuscendo a togliersela dalla testa, Rafe si presenta a un ricevimento a cui è invitata anche la giovane, e quando riesce a parlarle, per l’ennesima volta lei gli riconferma con orgoglio la propria innocenza. Il dubbio si insinua allora nella mente dell’affascinante duca, ma quando finalmente la verità viene a galla, Danielle è già a bordo di un piroscafo diretto in America, dove ha deciso di iniziare una nuova vita. E a quel punto Rafe non può fare altro che inseguirla, affidandosi alla collana che ha portato fortuna ai suoi amici.
Per la prima volta mi ritrovo ad ammettere che Kat Martin non mi ha del tutto convinta. Aveva costruito una splendida serie dedicata a una collana magica che portava amore ai possessori dal cuore puro, ma nel finale ha prodotto un risultato decisamente in calo, questo La collana della duchessa.
Vi ritroviamo all’inizio un personaggio già apparso nei precedenti Rafael Saunder duca di Sheffield, il terzo nobiluomo legato da amicizia a Cord ed Ethan, protagonisti dei due libri precedenti della serie. All’inizio del racconto è fidanzato con una ragazza che non sembra proprio adatta ad essere la sua compagna. Egli ha alle spalle un fidanzamento d’amore traumaticamente interrotto quando ha scoperto la promessa sposa a letto con un suo amico. Dopo anni di assenza da Londra, la ragazza in questione, Danielle Duval, torna a partecipare agli eventi mondani e questo mette in crisi la decisione di Rafe circa il matrimonio. Le sue sicurezze crollano quando, inaspettatamente, riceve le prove che Danielle non l’aveva affatto tradito ma era stata vittima di un complotto. Quando apprende ciò Rafe decide di contattarla, ma scopre che è partita per l’America dove deve sposare un ricco vedovo. La segue, approfittando di questo viaggio per effettuare una missione in nome del Ministero della Guerra alle prese con i tentativi di Napoleone di acquistare delle navi velocissime.
Abbastanza agevolmente, Rafe riesce a impedire il matrimonio di Danielle e a sposarla a sua volta, ma stavolta entrambi non riescono a fidarsi totalmente dell’altro e cercano con ogni mezzo di trattenere i propri sentimenti per evitare di essere feriti, come era successo cinque anni prima. È un rapporto, quello che c’è tra di loro, molto centrato sulla fisicità, ogni problema, ogni incomprensione, ogni mistero, ogni bugia (e ce ne sono diversi tra di loro) viene risolto con il sesso, non sono in grado di parlare liberamente tra di loro quindi preferiscono insabbiare tutto e limitarsi a fare l’amore. Tutto questo va un po’ troppo per le lunghe, occorre aspettare parecchio prima di vedere un po’ di amore vero in questo romanzo.
Ho trovato veramente irritante la trama secondaria che coinvolgeva Caroline, la cameriera di Danielle e Robert McKay accusato di omicidio, furto e quant’altro e poi rivelatosi l’erede legittimo di un conte. Rallenta molto il racconto e distoglie troppo l’attenzione dai due protagonisti.
Rafe è un protagonista un po’ pallido, non è veramente alfa, né un uomo dolce e comprensivo, si dibatte tra l’una alternativa e l’altra senza essere convincente né nell’una veste né nell’altra.
Danielle è un protagonista molto tormentata, perseguitata dalle molteplici verità taciute al consorte. Credo che per entrambi i personaggi sarebbe stato più interessante soffermarsi sulla loro psicologia, invece il racconto resta molto a un livello superficiale. Peccato perché c’erano buone premesse. Insomma non è una coppia che ti cattura totalmente.
È una conclusione poco brillante di una trilogia che, altrimenti, sarebbe risultata memorabile. Mi dispiace per la prima volta non essere del tutto soddisfatta di Kat Martin che è una delle mie autrici preferite in assoluto.
Magazine Cultura
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