...ovvero lo shock di trovare in biblioteca il libro che si sta scrivendo.
Venerdì avevo il pomeriggio libero dal lavoro, per cui ne ho approfittato per fare le pulizie e cucinare una crostata alla marmellata di mirtilli. Dal momento che non avevo fatto esplodere il palazzo il mio umore era piuttosto alto ed ho pensato di andare in biblioteca a caccia di tesori nascosti.
Sono entrata e subito mi sono sentita a casa: il bibliotecario mi ha vista e mi ha subito rassicurata dicendo che non appena rientrerà "I live mini-shopping" dal prestito me lo farà sapere e potrò correre a prenderlo. La mia biblioteca è la migliore del mondo.
Mentre girovagavo tra gli scaffali la mia attenzione è stata catturata da un volumetto rilegato in nero dal titolo accattivante: Elegance.
Ho preso tra le mani il volumetto e mi si è bloccato il respiro vedendo la copertina.
Purtroppo per aiutarvi a capire il mio stato confusionale devo darvi qualche anticipazione ed ammettere che la copertina del libro, ma soprattutto la didascalia, potevano essere state scritte per il MIO libro, cioè quello che allo stato attuale si trova esattamente a metà strada tra il computer e la mia testa.
Titolo del volume: Elegance.
Didascalia: "l'eleganza dà fiducia in sè stesse, la fiducia attira l'amore e l'amore vero non passa mai di moda".
Immagine di copertina (nella versione italiana): fotografia di tre decolletè evidentemente tacco dieci colorate.
Tutto in questo insieme è perfetto per il mio libro. Non dico che si adatterebbe, ma proprio che sembra fatto apposta per quello che sto scrivendo.
Ed io NON POSSO scrivere un romanzo già scritto. Non pretendo di riscrivere la divina commedia, ma nemmeno di scopiazzare inconsciamente aria fritta. Sarebbe decisamente troppo umiliante sentirsi dire da un editore che ho copiato un'autrice che nemmeno conosco e che abita in un altro Stato rispetto alla sottoscritta.
Che ci sia una specie di coscienza collettiva che guida l'istinto scribacchino delle donne?
Non mi importava un fico secco di una ipotetica coscienza collettiva quando ho visto Elegance sullo scaffale. L'ho portato a casa solo per accertarmi che quella Kathleen Tessaro non avesse scopiazzato nella mia testa. Ho sofferto come un cane per tutto il venerdì pomeriggio, che pure era iniziato così bene, e per tutto il sabato. Avevo un altro libro sul comodino ed il mio codice etico mi impone di non iniziare una nuova lettura fintanto che non ho completato quella in corso. Venerdì pomeriggio e sabato ho quindi terminato il volume che avevo in sospeso e finalmente ieri ho iniziato il famigerato Elegance.
Non è come il mio libro, non vi tengo oltre sulle spine. Sono arrivata a metà del libro e, seppure con qualche affinità stilistica, ho appurato che Kathleen ed io (visto quanto l'ho pensata nelle ultime 72 ore mi arrogo il diritto di chiamarla con il nome di battesimo) siamo su due pianeti differenti. Grandissimo sospiro di sollievo.
Posso pertanto consigliarvi senza problemi la lettura di questo libro, che superato lo spavento iniziale si sta rivelando una gran bella lettura, che parla DI ME e non A ME, come mi piace.
Per tutto il weekend in ogni caso non sono riuscita a scrivere una sola sillaba, in preda alla demotivazione per la possibilità di essere una macinatrice di fuffa anzichè un'aspirante scrittrice. Mi sto rifacendo con gli interessi oggi. Non sentite il tono sicuro di chi parla dall'alto di 118 cartelle?
La Redazione
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