Traversiamo poco prima del tramonto, salutati dagli amici che cenano in taverna.
Il Meltemi non accenna a calare ed i numerosi traghetti di linea rendono ancora più nervose ed irregolari le onde gonfie che imbiancano lo stretto. Teniamo la rotta verso il faro della piccola isola satellite di Trypiti, un nome da favola per un angolo di terra disabitato e quasi dimenticato in mezzo al mare.
Rotte contrarie: all'orizzonte il profilo sfuocato dell'Ebea...
Il vento non diminuisce: quando il Meltemi decide di affacciasi sul Mar Egeo non cala neanche di notte.Troviamo rifugio nella piccola baia del versante occidentale dell'isola di Argos: ciottoli scuri e piccoli sulla battigia, sabbia fine e chiara sulla spiaggia a mezzaluna, macchia fitta e profumata lungo il costone roccioso.
La prima notte su Skiathos montiamo la tenda a pochi passi dal mare, sotto un cielo stellato come non ricordavo da tempo, al riparo dal vento secco che fino al mattino dopo cerca di intrufolarsi ovunque.
Un ultimo sguardo alla mappa della Terrain in scala 1: 15.000 per valutare le percorrenze del giorno successivo ed appena le cicale smettono di riempire la sera noi sprofondiamo tra le braccia di Orfeo.
Il nostro resort di gran lusso!
La colazione è lentissima: il luogo è davvero incantevole e tarda a risvegliarsi. Appena il sole inonda la baia, getta l'ancora davanti a noi un catamarano da crociera e le urla degli ospiti ci inducono a traslocare in fretta.Il paesino di Skiathos è molto pittoresco, con le sue casette bianche affacciate sul porto, le balconate in legno e le vetrate abbellite da vasi di fiori. C'è un'isoletta proprio davanti al molo dei traghetti, protegge i piccoli natanti come noi ed aiuta a traversare la bocca di porto in sicurezza e tranquillità.
La costa meridionale dell'isola, purtroppo, è rovinata dagli alberghi a troppi piani ma fortunatamente non è soffocata dal cemento e dappertutto spuntato pini d'Aleppo e pini marittimi.
Pagaiando in paese...
Il profumo intenso della macchia ci accompagna anche sul versante occidentale e con una certa soddisfazione incrociamo a Capo Kalamki lo stesso catamarano della mattina: ancora urla e ancora fughe verso il silenzio. Quando doppiamo Capo Korfoula e viriamo le prue verso nord dobbiamo risalire il vento ancora deciso che cala sull'isola con raffiche fresche e nervose. Le spiagge sono tutte attrezzate e le acque sono solcate dai motori che trainano improbabili sciatori d'acqua o giganteschi materassini gonfiabili.Una sfinge sul versante occidentale...
Seguiamo il consiglio di Kimon, l'amico greco conosciuto durante i corsi BCU organizzati con Phil da Neil di Kayaking Skopelos, e sbarchiamo per una sosta sulla lunga spiaggia Elias, ideale per il surf: le onde regolari e paffute inondano la mezza luna di sabbia bianca e rumoreggiano per l'intero pomeriggio. La birra della taverna è aromatica ed occupa Mauro per diverse ore, la pomice che raccolgo con meticolosità è di granelli così piccoli che entrano facilmente nelle bottigliette di tsipouro, il liquore all'anice delle isole: è una bevanda un po' magica perchè quando il ghiaccio comincia a sciogliersi il bicchiere si anima delle volute lattiginose dell'anice. E' buonissimo, lo tsipouro!I kayak noleggiati vanno prima capiti e poi assecondati!
Non proseguiamo, montiamo il campo sotto una parete di arenaria rossa ed assaporiamo il profumo dell'estate. Il secondo ed ultimo giorno di viaggio intorno all'isola comincia molto presto perchè il sole fa capolino tra i monti di primo mattino. Il mare è ancora mosso, le onde sono sempre grosse e la lavatrice sotto le scogliere rocciose del versante settentrionale ci tiene impegnati fino all'ora di pranzo. E' talmente divertente il sali scendi tra quei picchi d'acqua blu che quasi ci dispiace superare il promontorio del Kastro, l'antica fortezza medioevale che ha offerto rifugio agli isolani per alcuni secoli.La nostra taverna preferita sulla spiaggia del Kastro...
La vista dal mare è molto suggestiva e la taverna che scopriamo nella caletta limitrofa è una delle più belle di sempre, con le panchine di ghisa dipinte di verde, le boe colorate ad abbellire il portico e le gomene stese intorno alle aiuole: una fonte di acqua dolce, due muli al pascolo ed un bimbetto biondo che è la vera attrattiva del posto! Mangiamo tanto e bene: insalata greca, tzatziki, focaccia ripiena appena sfornata ed una omelette così ricca da richiedere ben due birre... Sono pochi i turisti che si avventurano fino a questo sperduto triangolo di terra e mare, ma il sentiero impervio che cala dalla montagna vale tutta la fatica!Le scogliere bianche e l'arco ritratto anche sulla copertina della mappa Terrain!
L'ultimo tratto di costa, quello nordorientale, è il più spettacolare dell'isola: alcune frane hanno cancellato le spiagge ma il bianco della roccia rende l'acqua di un colore unico, quasi pastoso. Ci sono delle belle grotte, degli archi naturali e dei passaggi molto divertenti tra i giardini di roccia. Il Meltemi decide di calare non appena ci apprestiamo a traversare nuovamente su Skopelos. I traghetti sono meno numerosi della domenica precedente ed in un caldo pomeriggio di inizio luglio possiamo goderci il rientro con tutta calma.L'isola di Skiathos ha uno sviluppo costiero di appena 35 km ma vanta più di 60 spiagge: merita una visita ed il modo migliore rimane sempre il kayak da mare!