Non è facile, dovete sapere, entrare nel mondo delle fate perché esse, ahimé, sono creature molto particolari.
Io direi piuttosto capricciose e suscettibili.
Bellissime e amabili allo spasimo certamente ma altrettanto dispettose e birichine in certe altre occasioni .
Se però , per caso, te lo consentono o per improvvisa simpatia, o perché in quel momento sono in preda ad una terribile disattenzione, bisogna sapere in partenza di essere disponibile a tutto.
Ma proprio a tutto.
Seguirle cioè nei loro desiderata è dimenticare innanzitutto chi siamo.
In poche parole lasciarsi coinvolgere.
Essere pronti, allora, ad inerpicarsi in luoghi impervi e misteriosi come i rifugi montani sulle alture o le grotte sotterranee,dove custodiscono i loro segreti più segretissimi.
Ritrovarsi a intrecciare danze assieme a loro sulle superfici di laghi o fiumi cristallini ai confini del mondo conosciuto
Attraversare mari e oceani su vascelli "fantasma" e anche deserti infuocati a dorso di cammello.
Sedersi a dialogare con elfi, gnomi e nani, intorno ad un fuoco improvvisato, in foresta.
Magari a notte fonda.
E questo può verificarsi, specie nelle magiche notti invernali, a Kaysersberg(Alsazia) tra Natale, Capodanno e l’Epifania.
Lo raccontava spesso, sotto il cielo africano anche il "grande " vecchio. Le "grand docteur". Nativo di quelle parti.
Come ?
Perdendosi, in quei giorni, tra le sue mille stradine illuminate da lanterne magiche,ascoltando melodie coinvolgenti di un mozartiano pifferaio e seguendo gli equilibrismi di artisti di strada pronti a raccontare mille e una storia… tra profumi di zenzero e cannella e ogni altra spezia, che si perdono nell’aria che sta per imbrunire.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)