Camminando per le vie di Roma, scopro la casa editrice Edda Edizioni. Il pavimento a scacchi in bianco e nero mi ipnotizza. Entro dentro. Forse era una sfida mentale che dovevo accettare. Faccio la piacevole conoscenza dell’editrice Daniela D’agosto e dello scrittore Vito Manduca. Nella loro sede, non solo mi rivelano che realizzano tavole rotonde, presentazioni di libri ed altri eventi culturali, ma mi offrono da bere e mentre sfoglio le pagine della loro ultima opera: Kazimir, il clandestino che vive in Italia, scopro che in realtà risiede anche dentro di noi, nella nostra anima e nel nostro viscerale desiderio di libertà mai sopito dal tempo ed ancora imperante in ognuno di noi. E per quanto concerne la copertina, con le tre candele accese, decisamente suggestiva, mi rivelano che ha un significato numerologico, che solo leggendo il libro si potrà capire.
Gentile Signora Daniela D’Agosto, può rivelarci come è nata quest’avventura?
Ricordo, come fosse ieri, il momento in cui aprii con curiosità e meraviglia il primo libro della mia vita Le avventure di Pinocchio. Pagine grandi, lettere grandi e, soprattutto, grandi e belle figure che ti tiravano dentro la storia. Eppure Pinocchio avrà, all’inizio, un rapporto conflittuale con il libro; lo venderà per uno spettacolo di burattini. Rinuncerà, al contrario di come aveva fatto suo padre, a quel piccolo patrimonio per un piccolo piacere momentaneo: risate tra teste di legno. La scoperta sensazionale, per me, fu la possibilità di frequentare, attraverso quello strumento (il libro) dotato di grande personalità, luoghi, persone e cose senza muovere un solo passo. Ho appreso, durante i lunghi soggiorni nelle sale dedicate ai testi antichi della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, che un sottile reticolo, esteso migliaia di volumi, fatto di parole preziose, abbandonate ormai da tempo, ma ricche ancora di senso, ci accompagna comunque sempre, appena si voglia riaprire quelle pagine, capire quelle parole, riattivarle per ascoltare voci tanto lontane nel tempo quanto vicine nella sostanza. Quella comunicazione non si è mai interrotta, come mai si è interrotto il nostro porre a noi stessi sempre le medesime domande. Studiare, apprendere, in quel luogo come in altri luoghi in cui è dato poter leggere, non è mai un atto unilaterale che ci vede soli; non siamo mai, in realtà, soli ma siamo insieme con gli altri, presenti o scomparsi da poco o da secoli, quasi scambiando idee, riflessioni, sentimenti e passioni. Al contrario di Pinocchio, dunque, ho sempre avuto un buon rapporto con i libri anche quando, senza possibilità d’appello, essi mi ponevano e ancora mi pongono davanti alla mia finitezza. Oggi mi spingo oltre; non più soltanto con amore e rispetto mi rivolgo ad essi ma anche con la voglia di partecipare attivamente alla loro creazione. Non mi basta più dunque leggerne i contenuti – inseguiti, scelti tra i tanti di diverso valore che il mondo ci propone (contenuti spesso rispondenti o piegati a logiche diverse da quelle di cui ho fin qui parlato); in questo tempo voglio dare un’impronta personale a questo strumento così affascinante che è il Libro, strumento altamente distintivo del nostro specifico esistere in questo mondo. E a questo strumento così particolare vorrò consegnare messaggi che, secondo il mio personalissimo modo di intendere e volere, seppure d’evasione, non potranno che essere d’impegno. Ogni cenno di condivisione da parte dei visitatori del sito o dei lettori delle opere pubblicate, avrà un grande valore per la soddisfazione di un bisogno che, se non primario, amo pensare universale.
Signor Vito Manduca cosa significa essere clandestino?
Clandestino non è solo sinonimo di immigrato malavitoso. Clandestino è ogni individuo che, per qualsivoglia ragione, è costretto dalle circostanze a vivere nell’ombra ovvero a muoversi tra la gente senza mai rivelare l’identità. La clandestinità può essere per tutta la vita o semplicemente per il tempo necessario per la realizzazione di un obiettivo. Anche un amore può richiedere la clandestinità magari semplicemente limitata al luogo e al tempo degli incontri degli amanti. Clandestini sono gli incontri dei rivoluzionari, sia mossi da ragioni nobili contro la tirannia sia offuscati da sentimenti avversi alla democrazia. Clandestini erano i cristiani al tempo delle persecuzioni. Clandestini sono i latitanti inseguiti dalla giustizia. Clandestine sono le riunioni delle organizzazioni criminali. Lo stato di clandestinità è un mondo parallelo, non tanto allo stato di diritto quanto allo stato di visibilità. La clandestinità sta alla visibilità come la notte sta al giorno; essa, come la notte, comprende sia il bene sia il male ecco perché è profondamente sbagliato ritenere il concetto di clandestino soltanto come sinonimo di male. La collana clandestini, pertanto, accoglierà tutte quelle storie di uomini e donne che per uno qualsiasi dei motivi enunciati si troveranno, loro malgrado, costretti a sottrarsi alla luce.
Un’anticipazione sulla trama del libro KAZIMIR?
Kazimir Chilodecich, adolescente e invisibile, lotta per sopravvivere ai margini di una Roma cieca e sorda, ma non muta, di fronte a una umanità che si muove, semplicemente, alla ricerca di una vita normale. Kazimir non è un pericoloso straniero; basterebbe riconoscerlo, accoglierlo e integrarlo, assecondando il suo desiderio di diventare un bravo artigiano e un cittadino modello. Invece l’intolleranza, il pregiudizio e la “caccia alle streghe”, figli di un vago concetto di civiltà e di giustizia, lo costringono alla clandestinità. Eppure la forza di volontà, attraverso una serie di avventure per spiagge e per periferie, gli fanno assaporare il gusto del lavoro gratificato e dell’amore pulito e intenso. Ma la speranza di farcela non durerà che un’estate: all’inizio dell’inverno l’azione giusta e beffarda della legge spegnerà anche l’ultima fiammella, togliendo per sempre il giovane dalla clandestinità.