Keith Haring: arte preistorica

Keith Haring: arte preistorica ARSENALE CREATIVO

Keith Haring: uno degli artisti più importanti del fenomeno statunitense noto come Graffiti Art. Si tratta di una tendenza artistica d’avanguardia del XX secolo che dialoga col graffitismo preistorico e più ancora con tutti gli aspetti dell’arte cosiddetta “primitiva”. Per questo mio primo articolo ho pensato di partire dall’inizio, dagli albori dell’arte, ed è proprio questo aspetto tribale di Keith che voglio sottolineare.

Haring rappresenta il punto di incontro più alto tra il graffitismo moderno e le pitture rupestri, il suo segno pulito e deciso, privo di pentimenti, rievoca antiche figure mitologiche che da sempre condizionano l’immaginario dell’uomo. Grande testimone della propria epoca, il writer di Kutztown incontra le bande anonime dei graffitisti di strada mescolandosi con loro, ed unendo ciò che ha imparato durante i suoi studi con il decorativismo selvaggio che si respira nella metropoli. Ingurgita, digerisce e risputa fuori con straordinaria potenza una nuova dimensione della Graffiti Art!

Ecco che i grandi riquadri neri, destinati ai cartelloni pubblicitari, prendono il posto delle pareti di antiche caverne dove una tenue traccia bianca di gesso disegna i primi caratteristici soggetti di una lunga serie che presto spezzeranno i limiti in cui sono iscritti espandendosi in ogni angolo della grande mela, dimostrandoci che la pittura è un arte dello spazio e non del tempo.

Cani che abbaiano, uomini raggianti, angeli, mostri con teste meccaniche, il simbolo del dollaro che spesso diventa icona di un dio malvagio che ci cattura con il suo fascinoso potere. Una squillante esplosione di forme e colori che risvegliano nello spettatore sensazioni primordiali.

“ The radiant boy” vengono chiamati, figure stilizzate di uomini e donne che ci riportano immediatamente alle prime raffigurazioni incise sulla dura pietra selvaggia dai nostri antenati cavernicoli: un’arte penetrante intrisa di storia capace di ricordarci chi siamo.